E’ proprio vero, la solidarietà si paga.
L’ultimo
regalo della riforma Fornero, quella della lacrimuccia per intenderci, è
indirizzato proprio ai donatori di sangue; ad un anno dall’applicazione
dell’ennesima riforma delle pensioni, si scopre che i giorni di assenza dal
lavoro per donare il sangue o il midollo osseo, vanno recuperati per raggiungere
il tetto di giornate lavorative necessarie al
pensionamento.
Infatti,
chiedendo i conteggi per andare a riposo, alcuni lavoratori/donatori si sono
sentiti rispondere che i giorni di permesso, retribuito al 100% per donare il
sangue, non sono validi per maturare il diritto
pensionistico.
Il
regalino della professoressa dalla lacrima facile, varrà per tutti coloro che
andranno in pensione entro il 2017 senza aver raggiunto i 62 anni di
età.
I
giorni in questione saranno recuperati in sede di conteggio oppure il pensionato
subirà una penalizzazione del 2% sull’assegno vitalizio; quindi, chi, per
aiutare il prossimo, ha donato il sangue 100 volte nell’arco della sua carriera
lavorativa, dovrà recuperare questi 100 giorni che, sommati alle festività e
alle domeniche, rischiano di diventare complessivamente anche 4-6
mesi.
Ma,
attenzione, perché le sorprese non potrebbero finire qui.
Se,
ai fini del conteggio previdenziale, varranno dopo il 2017 soltanto le giornate
effettivamente lavorate (e non i periodi di accredito figurativo dei
contributi), potrebbero incappare nella penalizzazione anche tutte le altre
fattispecie di assenze retribuite ad oggi esistenti.
Senza
le migliaia di volontari che ogni giorno offrono gratuitamente la loro
disponibilità donando a chi ne ha bisogno un bene così prezioso quale il sangue,
tante prestazioni chirurgiche non potrebbero essere garantite, tante vite non
potrebbero essere salvate e tante emergenze finirebbero in inevitabili
tragedie.
E
allora cosa fa la casta politica?
Invece
di stimolare e incentivare le donazioni, penalizza i
donatori.
E’
chiaro che penalizzando i donatori dal punto di vista pensionistico, non si
riconosce più il valore morale e solidale della donazione di sangue,
scoraggiando per l’immediato futuro la chiamata dei
donatori.
Soprattutto,
lo riteniamo eticamente riprovevole verso chi dona e contemporaneamente molto
disincentivante per chi vuole continuare oppure iniziare a
farlo.
E
pensare che qualche “testolina” della nostra amministrazione aveva, ben prima
dell’esistenza della ministra "una lacrima sul viso", anticipato questa
nefandezza eliminando dal conteggio delle giornate valide per la remunerazione
del FUA ai lavoratori, queste tipologie di assenze.
Ma,
forse tutto questo è troppo
choosy!
Nessun commento:
Posta un commento