Ministero dell'Economia e delle Finanze

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martedì 18 settembre 2012

Lo squillo di Marchionne.


Sono stati numerosi i disappunti suscitati dal nostro comunicato sui turni da 10 ore inaugurati, dal mese di luglio, presso la fabbrica della Fiat in Serbia.
Soprattutto l'alta dirigenza della nostra amministrazione ha "storto la bocca" circa l'auspicio all'unica delocalizzazione che ci piace; ma tutto questo è comprensibile, considerato lo spirito di fratellanza che li unisce.
Certo, che se persino una parte della borghesia italiana li definisce "furbetti cosmopoliti" e che "si tenti di far passare per fatto normale, un impegno importante preso con il paese, con gli italiani e, soprattutto, con i lavoratori, un pourparler", allora qualche imbarazzo l'Ad della Fiat lo ha creato veramente.   
Tant'è che, sentite le dichiarazioni di Marchionne, il Ministro per lo Sviluppo Economico Passera ha detto che vuole "capirne le implicazioni".
Dunque, per il Ministro Passera, uno degli amministratori delegati più pagati al mondo, quello che ha ricattato gli operai con "o il lavoro o i diritti" e che ha promesso 20 miliardi di investimento, mentre ne ha effettuato uno solo, dichiarando che degli altri 19 non se ne parla proprio, è stato poco chiaro.
Bisogna capire meglio cosa vuol dire.
Quanto alla Ministra Fornero, poi, questa ha fornito alcune date disponibili per incontrarlo.
"Non ho il potere di convocare l’amministratore delegato di una grande azienda", ha fatto sapere.
Aspetta una sua telefonata, quindi, che il telefono squilli.
Comunque, anche lei vuole "approfondire con Marchionne cosa ha in mente per i suoi piani di investimento per l’occupazione".
Dinanzi a una simile remissività dei ministri e dello stesso Presidente del Consiglio, e alle difficoltà che denunciano nel comprendere l’Ad della Fiat, c’è da chiedersi se hanno capito, loro, il nocciolo della questione: sono in gioco, entro pochi mesi, decine di migliaia di posti di lavoro.
Se lo capissero veramente, e se non fossero espressione del potere padronale più becero, la telefonata da fare, sarebbe stata di questo tipo: "Dottor Marchionne, il governo considera gravissime le sue dichiarazioni circa le produzioni Fiat in Italia. Pertanto, l'aspettiamo domattina alle 8 precise a Palazzo Chigi. Dovrà spiegarci, con dati e cifre solide, come la sua società intende operare nel prossimo futuro in questo Paese. Il governo non tollererà informazioni ambigue, né generiche espressioni di intenti".
Se fossero, però!

martedì 11 settembre 2012

Pronto, chi parla?


Ieri, abbiamo informato i lavoratori sulla convenzione per la telefonia mobile stipulata tra l’amministrazione e la Telecom Italia SpA.
E’ stata un’asettica informazione, utilizzando volutamente il condizionale sull’eventuale fruizione di tariffe telefoniche vantaggiose per il traffico dei dipendenti del MEF.
Infatti, a differenza di altri che non hanno perso tempo a riconoscere l'impegno dell'amministrazione nel fornire un servizio aggiuntivo ai lavoratori, a rivendicare paternità e meriti, noi non ci siamo sbilanciati perché siamo abituati a guardare la luna e non il dito.
Come titolo, avremmo voluto utilizzare un termine sicuramente più appropriato, più adatto, ma siamo sempre molto attenti, oltre a quello che scriviamo, anche all’uso di vocaboli ed espressioni, per così dire poco eleganti.
Pertanto, utilizzeremo la parola "furbata" per descrivere un atto da furbo, un gesto astuto compiuto per lo più a danno di qualcuno.
L’altro termine, invece, è senz'altro poco signorile ma certamente più appropriato ad esprimere chi sa abilmente e con disinvoltura volgere a proprio favore una situazione, o fare comunque il proprio interesse.
Per chi è curioso e vorrà scoprire il termine in questione, basterà cliccare qui.
L’amministrazione, quindi, stipula una convenzione con la Telecom Italia SpA per l’erogazione di un servizio di telefonia mobile a tariffe agevolate per i propri dipendenti.
Che bravi, ci viene subito da pensare; finalmente basta con gesti odiosi nei confronti dei lavoratori, con la spending review, con i blocchi contrattuali, con l’attacco al diritto alla pensione, con l’incubo della mobilità e del licenziamento.
E’ l’ora di un atto concreto, utile, a favore dei propri dipendenti che versano in condizioni miserevoli.
Sarà, ma la storia e l’analisi delle fasi ci hanno insegnato a diffidare della magnanimità della controparte, di chi all’improvviso è folgorato sulla via di Damasco; è vero, la tariffazione del profilo "Tim to power" è conveniente perché dialogare a 1 cent/min con utenze aderenti al contratto, 5 cent/min verso numerazioni nazionali mobili Tim fuori del contratto e di altri operatori e 2 cent/min per chiamate verso numerazioni nazionali di rete fissa, il tutto con 0 euro di scatto alla risposta, è indubbiamente concorrenziale.
Ma a che prezzo il lavoratore deve pagare questa “convenienza”?
Qual è il costo effettivo?
Nelle premesse della convenzione è scritto "che l'Amministrazione, aderendo alla suindicata proposta, potrebbe usufruire di un ulteriore canale di diffusione per eventuali comunicazioni massive di servizioe, all'art. 2, "il dipendente è tenuto, altresì, quale condizione necessaria per il rilascio della SIM, ad autorizzare l'Amministrazione all'uso del numero telefonico per comunicazioni di servizio".
Quindi, l'amministrazione, essendo essa stessa intestataria delle SIM ricaricabili, le assegna al lavoratore che ne farà richiesta solo previa autorizzazione, da parte di quest'ultimo, "all’uso del numero telefonico per comunicazioni di servizio" che diviene una conditio sine qua non, una "condizione necessaria", indispensabile per il rilascio dell'utenza.
Che cosa vuol dire?
Semplice, s’intende che i lavoratori che aderiranno a questa convenzione saranno permanentemente reperibili, il tutto a costo zero per l'amministrazione.
Infatti, l’amministrazione, salvo una generica asserzione sulla propria competenza circa le modalità di adesione, glissa su tutto il resto.
Ma anche se dovesse delineare, con successive circolari, i confini nei quali far rientrare le cosiddette "eventuali comunicazioni massive di servizio", questo non cambierebbe di una virgola il contenuto.
E così, da una parte ci sono lavoratori reperibili, contrattualmente regolamentati, in servizio presso specifici uffici che sono giustamente remunerati per tale particolare posizione lavorativa (17,35 euro lordi per periodi di durata non superiori alle 12 ore – ipotesi di accordo siglato il 31.7.2012); a questi, l’amministrazione fornisce l’apparecchiatura telefonica oltre che il costo del traffico (ad altri, pur non rientrando nella sfera dell’indennità di reperibilità, l'amministrazione fornisce ugualmente il telefono e il solo costo del flusso delle chiamate per servizio).
Dall’altra parte, con quest’operazione da manuale, si mettono tutti gli altri in reperibilità permanente, e a costo zero per l'amministrazione; è chiaro, nessun atto d'imperio o vessatorio, ma volontariamente, su richiesta esplicita dello stesso lavoratore.
Insomma, l’amo è stato gettato e tanti pesci sono pronti ad abboccare.
Anzi, il paradosso è che sarà lo stesso lavoratore che, per poter utilizzare il profilo tariffario conveniente, si pagherà la propria reperibilità permanente, la propria messa a disposizione h24, mediante il meccanismo della ricarica.
Quindi, anziché farsi pagare dall'amministrazione la reperibilità, l'apparecchio e il traffico telefonico, saranno i lavoratori stessi a pagarseli offrendo la propria rintracciabilità "gratis"!
Infine, oltre ad esprimere forti dubbi sul benefit proposto, ci poniamo anche altri inquietanti interrogativi su un eventuale e indebito controllo di massa cui i lavoratori, inconsapevolmente, potranno cadere.
Mania di persecuzione, pura paranoia, la nostra?
Non crediamo; la storia recente e passata ne è testimone.

Telefonia mobile: convenzione MEF/Telecom Italia SpA.


Cliccando su questo link, potete scaricare la convenzione per il servizio di telefonia mobile stipulato tra la nostra amministrazione e la Telecom Italia SpA.
La predetta convenzione, mediante l'offerta denominata "profilo Tim to power", dovrebbe consentire la fruizione di tariffe telefoniche vantaggiose per il traffico dei dipendenti del MEF.

domenica 9 settembre 2012

FUA 2011 e DM di riorganizzazione MEF


L'ufficio relazioni sindacali ha comunicato alle OO.SS. l'esito positivo della procedura prevista dall'art. 40 bis del D.Lgs. 165/2001 sull'ipotesi di accordo del 20 giugno 2012  inerente la definizione dei criteri e delle procedure per l'erogazione, alle aree professionali, delle risorse di cui al Fondo Unico di Amministrazione anno 2011.
Pertanto, da venerdì 7 settembre, è possibile procedere alla sottoscrizione definitiva del menzionato accordo, atto, questo, propedeutico per l'erogazione delle somme ai lavoratori.
Auspichiamo, quindi, che questo ennesimo passaggio formale venga espletato nel minor tempo possibile in considerazione sia dell'inesistenza di relazioni sindacali che del ruolo che da tempo le organizzazioni sindacali svolgono e, cioè, quello di semplici ratificatori di scelte e di atti unilaterali predisposti dall'amministrazione.
Sono già passati 9 mesi, di conseguenza, speriamo che "il bambino nasca" al più presto poiché i lavoratori hanno bisogno di salario!
 
Nel supplemento ordinario n. 179 alla Gazzetta Ufficiale n. 205 del 3 settembre 2012, è stato pubblicato il Decreto 5 luglio 2012 "Individuazione e attribuzioni degli Uffici di livello dirigenziale non generale dei Dipartimenti" del Ministero dell'Economia e delle Finanze.
Ricordiamo ai lavoratori che il Decreto Legge 27 giugno 2012 n. 87  è decaduto per mancata conversione ma le sue disposizioni sono confluite nella legge di conversione 7 agosto 2012 n. 135 del Decreto Legge 6 luglio 2012 n. 95 (la c.d. stalking review).
Tutta la documentazione menzionata è a disposizione dei lavoratori cliccando semplicemente sui link ipertestuali.

martedì 4 settembre 2012

La diamo a tutti.


Internet Superveloce direttamente a casa tua. Scopri i servizi e la nostra copertura. L’ADSL DOVE NON C’E’.

Questa è la presentazione di una società che opera nel settore delle Telecomunicazioni.
Offre servizi di Information Tecnology; è impegnata nello sviluppo di tecnologie Internet con una serie di notevoli investimenti, raggiungendo un know how invidiabile a livello nazionale ed europeo.
Il suo scopo è fornire l’assistenza e la guida a chi desidera conoscere e sfruttare al meglio le potenzialità di uno strumento innovativo e sempre dinamico: internet.
La sua ultima campagna pubblicitaria che ha adottato è questa:


Spontaneamente ci verrebbe da dire che “ve la potete tenere” voi la vostra ADSL; ma sembrerebbe, in questo modo, ricalcare i sessismi di chi snobba una donna in pubblicità per un puro perbenismo borghese.
Ma, d’altronde, uno slogan così è fatto per scatenare proprio la gara dei doppi sensi e gira che ti rigira, a essere stigmatizzata è comunque sempre la donna, la sua sessualità che, in questo caso, si presume particolarmente generosa.
Diciamo, quindi, che i nostri pochi soldi a chi specula sulle donne e imprime altri pregiudizi e stereotipi sessisti, laddove ne esistono già a bizzeffe, non li diamo.
Purtroppo siamo abituati a vedere il corpo femminile usato come strumento per vendere o diventare esso stesso oggetto in vendita; basta pensare alla pubblicità sessista dello scorso anno di una nota marca di automobili, infarcita di immagini di parti di corpo femminili, di donne che s'inginocchiano e si strusciano come anguille su corpi maschili, il tutto dominato dal seguente testo: guardami, toccami, accarezzami, sussurami, prendimi, scuotimi, incitami, venerami, esaltami, sentimi, proteggimi, criticami, lasciami, amami, rilassati,....io sono Giulietta, prima di parlare di me, provami!
Per non parlare, poi, di quella relativa ad una società che installa pannelli fotovoltaici che ha pensato bene di raffigurare una donna nuda esponendola come merce prona su un pannello solare (altra merce) corredata con la scritta "Montami, a costo zero" (il termine "monta" si usa per indicare l'accoppiamento tra animali); o di una famosa gioielleria dove la campagna di un brand era basata sull'immagine di una ragazza in bikini in varie pose con la scritta "E tu dove glielo metteresti?".
Tralasciamo, per motivi di brevità, la raffigurazione del modello di donna che una certa televisione, da oltre vent'anni, ci propina come cultura dominante e di riferimento.
Sembra tutto scontato, tutto ovvio, ormai nel senso comune delle cose; anzi, chi ancora evidenzia e denuncia l’uso del corpo femminile e la penosa condizione della donna è tacciato di ipocrisia, di vecchiume, in costante disagio con i tempi.   
Invece, a noi tutto questo fa semplicemente schifo.
Ci fa schifo la mercificazione perché è una forma di deumanizzazione che riduce la donna a oggetto, merce, strumento del volere e del piacere altrui, negandole la possibilità di realizzarsi come persona capace di decidere e agire in modo responsabile e autonomo.
Perché la mercificazione delle donne contribuisce al mantenimento dell’ineguaglianza tra i generi e alla diffusione di atteggiamenti e comportamenti sessisti.
Ci fa schifo perché l’esposizione a immagini che oggettivano le donne influenza i giudizi sulle donne in generale ed esalta la tolleranza agli stereotipi di genere, del mito dello stupro (il credere che le donne lo provochino con il loro comportamento, che non aspettano altro), delle molestie sessuali, della violenza interpersonale.
Comunque, di una cosa siamo certi: che chi vende, come in questo caso, banda larga la potrà dare veramente a tutti mentre una donna sceglie ed è proprio per questo che sempre più spesso è stuprata, seviziata e uccisa da chi non accetta che le donne possano decidere di scegliere.