Ministero dell'Economia e delle Finanze

Ministero dell'Economia e delle Finanze

giovedì 22 marzo 2012

Non c'è proprio nulla da festeggiare.

Dieci anni dalla nascita dell'euro.
Dieci anni che ci sono costati cari.
Da gennaio 2002 a gennaio 2012 la perdita del potere d'acquisto per il ceto medio è stata del 39,7% e, in 10 anni, i prezzi sono aumentati del 53% (fonte Casper-Assoconsumatori) e una famiglia di 4 persone ha subito una stangata, per aumenti, rincari delle tariffe, manovre economiche, caro-affitti, caro-carburanti, di oltre 11.000 euro (fonte Codacons).
A fronte di tutto questo, gli stipendi sono rimasti invariati, portando l'Italia al 23º posto nella classifica degli stipendi annuali dei paesi europei (fonte Ocse).
Secondo i dati resi noti da Eurostat il 23% della popolazione dell’Ue è “a rischio di povertà o di esclusione sociale”. Più concretamente, questo significa che 115 milioni di persone sono esposte ad almeno uno dei seguenti fattori: rischio di povertà, deprivazione materiale grave.
I dati Eurostat affermano, inoltre, che sono 14,7 milioni gli italiani a rischio di povertà o esclusione sociale. Il dato riguarda il 2010 e in percentuale rappresenta il 24,5% della popolazione del nostro paese. Il 6,9% della popolazione è ''in condizioni di severe privazioni materiali''.
In Europa, la ricchezza continua a essere distribuita irregolarmente fra gli Stati membri e i suoi cittadini, e che la povertà stimata sulla base dei redditi inferiori ai due dollari il giorno colpisca il 21% della popolazione, mentre il 5% soffre a causa dell’insicurezza alimentare.
Dall’Eurostat si evince che il 16% della popolazione europea vive in condizioni miserevoli.
Per le famiglie italiane, quindi, il passaggio dalla lira all’euro è stato un salasso, un pauroso arretramento sociale.
E mentre si festeggia il decennale dell’euro, i padroni del mondo continuano a imporre le loro politiche, abbattendo ogni regola per capitali e merci, innalzando barriere contro la libera circolazione degli esseri umani, incrementando i propri profitti e impoverendo sempre più la stragrande maggioranza dell’umanità.
La mercificazione e la ricerca del profitto investono ormai tutta l’umanità, la natura, il cibo, l’aria e l’acqua, le idee, i sentimenti: esse sono la causa basilare della miseria dei tre quarti del mondo, della distruzione ambientale, dell’avvelenamento del cibo, dell’insicurezza globale.
Vogliamo un diverso modello sociale ed economico in Italia e in Europa, fondato sul pubblico, sull’ambiente e sui beni comuni, per riconvertire il sistema industriale con tecnologie e innovazione, per la pace e contro la guerra, per lo sviluppo della ricerca sostenendo scuola pubblica e università, per garantire il diritto a sanità, servizi sociali e reddito per tutti, lavoro dignitoso, libertà e democrazia.

domenica 18 marzo 2012

Hanno vinto tutti.

Ci risiamo, il solito vizietto.
Lo scorso 8 marzo, a conclusione di tre giorni di votazioni per il rinnovo delle Rappresentanze Sindacali Unitarie (RSU) si sono aperte le urne e, all'insegna di un copione ormai collaudato preso in prestito da quella brutta politica che ci avvolge da anni, a leggere i primi comunicati sindacali tutti sono vincitori e tutti avanzano inesorabilmente tanto che, a provare a far seriamente dei conti, la somma totale delle percentuali supera abbondantemente il 100%.
La cosa bella del nostro Paese, quindi, è che i risultati delle elezioni sono un concetto relativo per il quale nessuno perde. La mala politica, in modo particolare, ci ha abituato a non pretendere mai un valore assoluto: “loro hanno vinto (forse), ma noi non abbiamo perso”.
Questo concetto, purtroppo, lo si può applicare tranquillamente anche alle consultazioni appena passate.
Ma è interessante comprendere anche la tecnica comunicativa utilizzata; si parcellizzano i dati per poi aggregarli subito dopo; si analizzano i numeri a livello nazionale per poi trovare la conclusione nell'esaltare rappresentatività raggiunte a due cifre in singole sedi RSU con una dozzina di lavoratori in organico; si frullano dati non comparabili tra loro ricorrendo alla teoria dei fenomeni non aleatori.
Insomma, ognuno mette il proprio estro.
Ma stupefacente è quella utilizzata dall'USB MEF del 16 marzo 2012 dal titolo
Elezioni 2012: l'analisi del voto dell'USB MEF.

Infatti, oltre a menzionare più volte la lista dei Lavoratori Autorganizzati MEF - CUB P.I. (ma su questo ci torneremo più avanti), inizia la sua analisi sul voto scrivendo un dato certo, sicuro, incontrovertibile: nel MEF l’USB ha confermato il dato percentuale del 2007, in termini di voti ottenuti e di rappresentanti RSU eletti.
A questo punto, l'ignaro lavoratore, ma anche lo stesso elettore delle USB MEF, si aspetta di leggere una tabella riassuntiva dei dati percepiti nel 2007 accanto a quelli ricevuti nel 2012 in modo da poter confrontare, verificare e comprendere quanto scritto.
Invece nulla, c'è solo quella del 2012, forse se la sono dimenticata.
A questo punto, la tabella ve la proponiamo noi:

Quindi, dalla lettura di questa semplice tabella, i lavoratori (e anche gli elettori delle USB MEF) possono comprendere chi ha vinto e chi ha perso.
Ma all'USB MEF non è bastato solo dimenticare di pubblicare i dati del 2007, infatti procede nella sua analisi del voto in questo modo: "Questo obiettivo non era affatto scontato principalmente per l’effetto della soppressione delle Direzioni Territoriali dell’Economia e delle Finanze, uffici con una presenza storica della nostra Organizzazione Sindacale, che ha inevitabilmente provocato una consistente migrazione di delegati, rappresentanti RSU ed iscritti verso l’AAMS.
A quest’effetto “neutro” si è aggiunto quello della “novità” nelle liste elettorali della RSU dei Dipartimenti centrali, dove è apparsa una lista CUB. Questa lista, senza entrare nel merito della sua consistenza sociale o sindacale e del suo obiettivo dichiarato e non, ha danneggiato unicamente l’USB MEF favorendo indirettamente altre Organizzazioni Sindacali, poiché è di tutta evidenza che essa abbia attinto dalla base sociale naturale della nostra Organizzazione Sindacale
".
Allora ci sono due elementi, secondo l'USB MEF, uno neutro concernente la soppressione delle DTEF e una novità, cioè noi: per quanto riguarda il primo si potrebbe immediatamente obiettare che, oltre a utilizzare un dato talmente differenziabile, pieno di variabili, incognite e, soprattutto, patrimonio comune a tutte le altre organizzazioni sindacali partecipanti alla competizione, in questa tornata elettorale è aumentato sensibilmente il numero dei votanti rispetto a quello del 2007 (+254), dato anche questo dimeticato nell'informativa dell'USB MEF.
Se si considera, inoltre, che questo aumento avviene in un quadro di diminuzione della pianta organica rispetto a quella del 2007, dove erano ancora presenti le DTEF, questo dato assume un valore ancora più amplificato e significativo.
Insomma, il bacino elettorale è aumentato rispetto a quello del 2007 e l'USB MEF, oltre ad aver perso in voti, in percentuale e in seggi, non è riuscita neppure ad intercettare un solo voto in più di questi "nuovi" votanti.
Per l'altro elemento, quello della novità della lista dei Lavoratori Autorganizzati MEF - CUB P.I. nella RSU unica comprendente il Dipartimento del Tesoro, quello della Ragioneria Generale dello Stato e dell'Amministrazione Generale, del Personale e dei Servizi, ci aiutiamo con un'altra tabella:
Quindi, i voti ricevuti dall'USB MEF sono stati 167 che, in relazione al 2007 sono ben 179 in meno; quelli ricevuti dalla CUB P.I. sono 195, 28 voti in più e che pongono i Lavoratori Autorganizzati MEF al terzo posto nella classifica delle liste più votate dai lavoratori nella RSU più "pesante" del Ministero.
E' del tutto evidente che le elezioni RSU, fatto salvo logiche clientelari e affaristiche, sono basate sul voto al candidato conosciuto, all'amico, a chi è facilmente riconoscibile perché inserito stabilmente nei processi lavorativi.
Insomma, generalmente il voto va alla persona, al collega che conosci e che è facilmente individuabile.
Il consenso ricevuto dai Lavoratori Autorganizzati MEF è il sunto di tutti questi elementi, ed è in questo che si trova la vera consistenza sociale o sindacale della nostra lista e il suo obiettivo dichiarato e non.
Sostenere che i nostri 195 voti sono stati attinti dalla base sociale naturale dell'USB MEF è del tutto improrio, una vera e propria forzatura. 
Se si sbirciano le preferenze ricevute da qualche dirigente sindacale dell'USB MEF, la risposta la troviamo tutta lì.

Abbiamo punto come un'ape.

Nella elezione per il rinnovo della RSU unica dei Dipartimenti Centrali del Tesoro, della Ragioneria Generale dello Stato e dell'Amministrazione Generale, del Personale e dei Servizi, la lista dei LAVORATORI AUTORGANIZZATI MEF - CUB P.I. è stata la terza lista più votata dai lavoratori (4 seggi assegnati), superando l'UGL/INTESA, l'USB, la CISL, l'UNSA, la FILP e i COBAS.All'Ispettorato Generale per l'Informatizzazione della Contabilità di Stato del Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato la lista dei LAVORATORI AUTORGANIZZATI MEF - CUB P.I. è stata la seconda lista più votata dai lavoratori (1 seggio assegnato), sorpassando la CISL, i COBAS, la FILP, la UIL, l'UGL/INTESA e l'UNSA.

Questo risultato, già di per sé straordinario, assume ancora più valenza e significato politico se si considera che non abbiamo prerogative e agibilità sindacali, distacchi, permessi, risorse economiche e vantaggi di qualunque tipo.
Non abbiamo promesso niente a nessuno, nessuna logica affaristica o favore clientelare.   
Siamo tutti clandestini, armati solo di militanza vera, di partecipazione e del fai da te quotidiano.
L'autorganizzazione e la solidarietà dal basso, come risposta ai bisogni e alle necessità dei lavoratori, ci ha dato ragione.
Un grazie di cuore a tutti.

giovedì 8 marzo 2012

Le donne non hanno paura di nulla.

Le donne non hanno paura di nulla.
Fanno resistenza ogni giorno nelle proprie case, nei propri luoghi di lavoro, per le strade, contro ogni genere di violenza.
Ed è per questo che muoiono, sono ferite, mutilate, massacrate, stuprate, molestate, vilipese.
Sono partigiane che difendono i propri diritti, quelli dei propri figli, quelli delle persone che hanno accanto.
Le donne non temono niente, eppure non contano nulla.
Buon 8 Marzo a tutte le donne sfruttate e oppresse in Italia, in Europa e nel mondo intero.
Un 8 marzo di lotta, di ribellione, di unità, di forza delle donne contro i padroni, vecchi e nuovi, contro questo governo delle banche.
Nessuna festa, nessuna mimosa ma solo più diritti e la certezza di restare vive e di non subire violenza.

Nessuna gabbia potrà mai spegnere il loro bisogno di libertà.

Vola come una farfalla, pungi come un'ape.