Ministero dell'Economia e delle Finanze

Ministero dell'Economia e delle Finanze

domenica 23 marzo 2014

716 euro al giorno.

La legge n. 98 del 9 agosto 2013, all'art 49 bis (Misure per il rafforzamento della spending review) prevede, al comma 4, lettera b), che il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, con il quale viene nominato il Commissario straordinario in materia di razionalizzazione e revisione della spesa, stabilisca anche l'indennità del predetto Commissario, "nei limiti di quanto previsto dall’articolo 23-ter del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214".
Il successivo comma 8, sempre della stessa legge n. 98/2013, recita che "agli oneri derivanti dal comma 4, lettera b), nel limite massimo di 150 mila euro per l’anno 2013, di 300 mila euro per ciascuno degli anni 2014 e 2015 e di 200 mila euro per l’anno 2016, si provvede mediante corrispondente riduzione del fondo di cui all’articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307. Il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio".
A seguito di alcune notizie uscite a mezzo stampa, il Commissario straordinario Carlo Cottarelli ha precisato, nei giorni scorsi, che la sua retribuzione lorda annua ammonta a 258mila euro (più di quella che percepisce il Presidente della Repubblica) mentre, per il solo 2013, essendo entrato in servizio precisamente dal 23 ottobre, la remunerazione percepita è stata pari a 48mila 733 euro.
Quindi, se si considera la durata del mandato (tre anni dalla data di effettiva assunzione delle funzioni), la spesa retributiva del Commissario peserà alla collettività per 774mila euro al lordo delle imposte, che corrisponde a 21mila e 500 euro al mese, più precisamente ad oltre 716 euro al giorno (comprensivo di sabati, domeniche e festività).
Del Commissario ci colpì una frase rilasciata in una intervista ad un quotidiano alla fine dello scorso anno; alla domanda se erano intenzionati a licenziare i dipendenti statali, il Commissario straordinario rispose che avrebbe suggerito dei sistemi per eliminare gli esuberi ma, per fare questo, intravedeva numerosi cavalli di Frisia da travolgere.
Il suo piano presentato alla commissione Bilancio del Senato in materia di pubblico impiego, oltre al blocco totale del turnover (già in atto da svariati anni) e delle retribuzioni, individua, in una prima stima di massima, 85mila statali in esubero, che si traducono in 85mila mobilità, in 85mila riduzioni stipendiali e in 85mila porte aperte ai licenziamenti; insomma, sono pronti ad eseguire la medesima macelleria sociale attuata in Grecia su ordini degli oligarchi della troika.
716 euro al giorno, più della metà di quanto guadagna in un intero mese un lavoratore pubblico, è una profumata remunerazione per far strage delle conquiste sociali; siamo certi che il Commissario straordinario Cottarelli, per il suo stipendio, non ha trovato nessun cavallo di Frisia, nessun ostacolo difensivo da travolgere e superare.
Non c'è che dire, quindi, a fronte degli 80 euro, per quei pochi che ne beneficeranno, sbandierati dal Presidente del Consiglio con le fatidiche slide.
Ma è bene sapere che gli 80 euro in busta paga, sempre per quei pochi che ne avranno diritto, corrispondono comunque all'aumento parallelo delle addizionali locali che il governo ha liberalizzato e che le coperture principali verranno dai tagli alla spesa pubblica e, quindi, dalla spesa sociale; saranno, dunque, pagate dagli stessi "beneficiari" dell'aumento in busta.
Altre coperture sono per lo più virtuali e ballerine e si tradurranno, alla fine, in ulteriori tagli sostitutivi di spesa.
L'enorme massa dei pensionati, dei dipendenti statali e di chi un lavoro non lo ha o, se lo ha, è precario, è totalmente ignorata dalla manovra sull'Irpef mentre pagherà i tagli sociali che la finanziano. I padroni incassano, invece, una nuova riduzione dell'Irap a vantaggio dei loro profitti e ottengono, soprattutto, per decreto la completa liberalizzazione dei contratti a termine e ulteriori vantaggi sull'apprendistato, quindi una nuova espansione di lavoro precario e ricattabile.
Insomma, un nuovo colpo drammatico alle condizioni della giovane generazione; la precarizzazione si fa generale e definitiva, senza limiti temporali, tutele legali, protezioni sindacali, contenuti formativi.
Licenziamenti, assalto alle pensioni, alle reversibilità pensionistiche alle vedove e agli orfani, alle indennità di accompagnamento di chi ha la disgrazia di avere un disabile in famiglia, precarietà universale; nessun governo precedente avrebbe potuto osare tanto.

La chiamano spending review, ed è pagata con 716 euro al giorno.

mercoledì 19 marzo 2014

Cartolarizzazione: i veterinari del MEF

Il "Segretario Generale" dell’associazione sindacale medici veterinari del Ministero dell’Economia e delle Finanze (Anmi-Assomed-Sivemp-FPM) ha chiesto, e ottenuto dall’amministrazione, il rinvio della riunione sui criteri per la ripartizione delle somme derivanti dall’applicazione dell’art. 3, comma 165, della legge 350/03 (cartolarizzazione), prevista per il 19 marzo 2014.
I motivi per i quali i dirigenti veterinari del MEF hanno chiesto il rinvio, non sono conosciuti.
Siamo comunque convinti che avranno avuto valide ragioni, qualche emergenza veterinaria non derogabile, improvvisa: le pantegane che passeggiano nei sotterranei del ministero, i nidi dei gabbiani sul tetto del palazzo o una disinfestazione urgente delle stanze, ancora una volta ristrutturate (spending review?), del nuovo entourage governativo.
Sta di fatto, che i lavoratori delle aree professionali sono costretti, ahinoi, a vedersi posticipare, a fine mese, l’incontro imprescindibile per dare esito all’erogazione delle somme della cartolarizzazione.
Queste somme sono indispensabili per i lavoratori, poiché l’emergenza salariale generata da anni di blocco dei rinnovi contrattuali e dall’erosione del potere d’acquisto, li ha spinti sul baratro della miseria.
Se consideriamo gli stipendi della classe dirigente, le loro retribuzioni di risultato, gli assegni integrativi, i gettoni di presenza e i numerosi incarichi dirigenziali che ricoprono (consigli di amministrazione, commissioni, gruppi di lavoro, nuclei di valutazione, comitati di gestione, organismi di vigilanza, etc. etc.), risulta del tutto evidente che questo "nuovo soggetto unitario" sindacale, che ha come "mission" la valorizzazione del lavoro e della professionalità dei medici e dei veterinari dei ministeri, non sembra risentire della sofferenza economica nella quale, invece, languiscono i poveri lavoratori del MEF.
Siamo certi, quindi, che a fronte di questo rinvio, in sede di trattativa nazionale, il personale dirigente veterinario del MEF, rinuncerà spontaneamente, in favore dei lavoratori, della quota del 10% della somma della cartolarizzazione a loro destinata.
In questo modo si eviterà anche quella deprecabile contrattazione sul prezzo che ogni anno accade e che vede il personale dirigente particolarmente agguerrito, con tanto di elmetto in testa e di baionetta in mano. 

Comunque, apprezziamo il coming out della rappresentanza dei dirigenti veterinari del MEF con il quale, apertamente ha deciso di dichiarare la propria identità di genere; non solo, quindi, quella di manager pubblici del MEF ma, anche, quella di professionisti della salute e del benessere degli animali, dediti alla conservazione e alla salvaguardia del patrimonio zootecnico e faunistico del ministero.