La legge n. 98 del 9 agosto 2013, all'art 49 bis (Misure per il rafforzamento
della spending review) prevede, al comma 4, lettera b), che il decreto del
Presidente del Consiglio dei Ministri, con il quale viene nominato il
Commissario straordinario in materia di razionalizzazione e revisione della
spesa, stabilisca anche l'indennità del predetto Commissario, "nei limiti di
quanto previsto dall’articolo 23-ter del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201,
convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n.
214".
Il successivo comma 8, sempre della stessa legge n. 98/2013,
recita che "agli oneri derivanti dal comma 4, lettera b), nel limite massimo
di 150 mila euro per l’anno 2013, di 300 mila euro per ciascuno degli
anni 2014 e 2015 e di 200 mila euro per l’anno 2016, si
provvede mediante corrispondente riduzione del fondo di cui all’articolo 10,
comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con
modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307. Il Ministro dell’economia e
delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti
variazioni di bilancio".
A seguito di alcune notizie uscite a mezzo stampa, il Commissario
straordinario Carlo Cottarelli ha precisato, nei giorni scorsi, che la sua
retribuzione lorda annua ammonta a 258mila
euro (più di quella che percepisce il Presidente della
Repubblica) mentre, per il solo 2013, essendo entrato in servizio precisamente
dal 23 ottobre, la remunerazione percepita è stata pari a 48mila 733 euro.
Quindi, se si
considera la durata del mandato (tre anni dalla data di effettiva assunzione
delle funzioni), la spesa retributiva del Commissario peserà alla
collettività per 774mila
euro al lordo delle
imposte, che corrisponde a 21mila
e 500 euro al mese, più precisamente
ad oltre 716
euro al giorno (comprensivo di
sabati, domeniche e festività).
Del Commissario ci colpì una frase rilasciata in una intervista ad
un quotidiano alla fine dello scorso anno; alla domanda se erano intenzionati a
licenziare i dipendenti statali, il Commissario straordinario rispose che
avrebbe suggerito dei sistemi per eliminare gli esuberi ma, per fare
questo, intravedeva numerosi cavalli di Frisia da travolgere.
Il suo piano presentato alla commissione Bilancio del Senato in
materia di pubblico impiego, oltre al blocco totale del turnover (già in atto da
svariati anni) e delle retribuzioni, individua, in una prima stima di
massima, 85mila statali in esubero, che si traducono in 85mila mobilità, in
85mila riduzioni stipendiali e in 85mila porte aperte ai licenziamenti; insomma,
sono pronti ad eseguire la medesima macelleria sociale attuata in Grecia su
ordini degli oligarchi della troika.
716
euro al giorno, più della metà di quanto guadagna in un intero mese un
lavoratore pubblico, è una profumata remunerazione per far strage delle
conquiste sociali; siamo certi che il Commissario straordinario Cottarelli, per
il suo stipendio, non ha trovato nessun cavallo di Frisia, nessun ostacolo
difensivo da travolgere e superare.
Non c'è che dire,
quindi, a fronte degli 80 euro, per quei pochi che ne beneficeranno, sbandierati
dal Presidente del Consiglio con le fatidiche slide.
Ma è bene sapere che
gli 80 euro in busta paga, sempre per quei pochi che ne avranno
diritto, corrispondono comunque all'aumento parallelo delle addizionali
locali che il governo ha liberalizzato e che le coperture principali verranno dai tagli alla spesa pubblica e,
quindi, dalla spesa sociale; saranno, dunque, pagate dagli stessi "beneficiari"
dell'aumento in busta.
Altre coperture sono
per lo più virtuali e ballerine e si tradurranno, alla fine, in ulteriori tagli
sostitutivi di spesa.
L'enorme massa dei
pensionati, dei dipendenti statali e di chi un lavoro non lo ha o, se lo ha, è
precario, è totalmente ignorata dalla manovra sull'Irpef mentre pagherà i tagli
sociali che la finanziano. I padroni incassano, invece, una nuova riduzione
dell'Irap a vantaggio dei loro profitti e ottengono, soprattutto, per decreto la
completa liberalizzazione dei contratti a termine e ulteriori vantaggi
sull'apprendistato, quindi una nuova espansione di lavoro precario e
ricattabile.
Insomma, un nuovo
colpo drammatico alle condizioni della giovane generazione; la precarizzazione
si fa generale e definitiva, senza limiti temporali, tutele legali, protezioni
sindacali, contenuti formativi.
Licenziamenti,
assalto alle pensioni, alle reversibilità pensionistiche alle vedove e agli
orfani, alle indennità di accompagnamento di chi ha la disgrazia di avere un
disabile in famiglia, precarietà universale; nessun governo precedente avrebbe
potuto osare tanto.
La chiamano spending
review, ed è pagata con 716 euro al
giorno.
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