Ministero dell'Economia e delle Finanze

Ministero dell'Economia e delle Finanze

giovedì 30 maggio 2013

Cara Franca....

Siamo stati da sempre convinti che solo ascoltando il cuore riesci a crescere e ad arricchirti veramente; perché il cuore si trasforma in un serbatoio di quegli amori che vanno oltre ad un semplice rapporto, che coinvolgono mente ed anima e ti formano, ti modellano la tua "coscienza" per tutta la vita, in un tutt'uno di sensazioni.

Il "Mistero buffo" è stato, per tanti di noi, il primo no detto ai propri genitori che provarono ad impedirci di vederlo.
Ma, da allora, Franca Rame e Dario Fo sono stati quegli appuntamenti con la nostra crescita che non osavamo mai mancare perché ci sono persone che trasmettono quel di più, che sono capaci di arrivare dritti al tuo cuore, ai tuoi sentimenti, capaci di dargli un senso, un equilibrio, un significato.
Pezzi di cuore, in questi anni bui, ci stanno lasciando uno dopo l’altro; abbiamo ancora il cuore spezzato per la scomparsa del nostro prete di strada che altri pezzi di storia, di pensiero, di passioni, come Franca, vanno via.
Pezzi di un tempo che sembra scomparso, affossato da quel nulla, da quel maleodorante spettacolo dell’arrogante ignoranza del non-pensiero, della non-coscienza, della non-morale, della perdita di quei punti di riferimento sui quali era cresciuta un’intera generazione di folli, pazzi sognatori di un mondo diverso e migliore.
Forse non è più il tempo; forse è il tempo a non esserci più.
Quei pezzi di cuore che sembrano come volati via, ma che rimangono, invece, ancora vivi nella nostra storia, nella nostra memoria e in quella quotidiana realtà che non accettiamo e che, grazie a loro, continuiamo a combattere, vivendo quel sogno di cui ci hanno fatto innamorare.
Franca, un pezzo di cuore che ci riporta anche a quel lontano 8 marzo del 2007 quando molti di noi furono tra gli organizzatori di una "meravigliosa giornata"; la invitammo, infatti, al MEF, in via XX Settembre, ad incontrare le lavoratrici e i lavoratori.
Per oltre due ore, ascoltò e parlò con noi e al termine la sala conferenze high tech della RGS si trasformò, in un modo così surreale, in una sorte di palcoscenico; Franca concluse regalandoci la storia di Cindy Sheehan, la madre coraggio di un ragazzo di nome Casey ucciso in Iraq (per coloro che lo volessero rivedere basta cliccare qui).
Ci salutò, così, con la sua totale avversione alla guerra, senza se e senza ma.
Un semplice e meraviglioso messaggio di pace da una donna che subì, nel 73, il drammatico stupro ad opera di un gruppo di fascisti.

Che la terra ti sia lieve, cara Franca e, grazie, grazie ancora.

martedì 28 maggio 2013

Il fidanzatino.

Leggiamo di Fabiana, l’ennesima vittima di femminicidio.
Fabiana aveva solo 15 anni ed è stata ammazzata da un suo coetaneo, solo di un anno più grande; le ha dato fuoco che era ancora viva.
Nonostante le numerose coltellate ricevute, Fabiana ha tentano di resistere, cercando di versare per terra il contenuto della tanica ma non ce l’ha fatta e lui le ha dato fuoco, ancora agonizzante.
Fabiana voleva lasciarlo da tempo ma lui era più forte, lui è stato più forte.
Lui è un macho, il classico modello di uomo tanto in voga, lo stereotipo della cultura dominante al quale tantissimi si proiettano, quello che ti protegge, ti tutela; la picchiava, la pestava da tempo e una volta le ha anche rotto il naso.
Fabiana lo aveva anche denunciato ma, come al solito, l’epilogo è stato che adesso lei non c’è più.
Ma i giornali, nel raccontare questa tragedia, lo chiamano il “fidanzatino” che l’ha ammazzata per gelosia.
Sono anni, ormai, che tentiamo di spiegare sempre le stesse cose, sull’importanza dell’uso delle parole perché se attenzioni e rappresenti una storia così tremenda con quelle terminologie, in qualche modo sei complice di quello che è accaduto.
Ed è la stessa logica di chi sostiene, per esempio, che le parole come operai, padroni, borghesi, classe, sono roba vecchia, inutilizzabile.
Solo che facendo sparire le parole, scompaiono anche i soggetti e le contraddizioni.
Non ci sono più i lavoratori c'è la classe media. Non ci sono più gli sfruttati, ci sono gli sfigati. Non ci sono più gli sfruttatori, c'è la casta dei politici e via di questo passo.
In questo modo chi subisce lo sfruttamento, chi è impoverito e depauperato, non ha più le parole per identificare se stesso ne, per identificare la controparte.
Anche qui da noi al MEF, dobbiamo saper usare le parole con il loro vero significato e saper identificare correttamente lo sfruttatore dallo sfruttato, la classe dominante da quella subalterna, la dignità dalla schiavitù.
Su Fabiana, i giornali sono impegnati a rappresentare le sue foto, dimenticandosi però della sua tenera età; descrivono minuziosamente la sua stanza; raccontano che sorrideva sempre ed era buona e gentile.
Ma che stanza poteva avere una ragazzina di 15 anni?
Ma perché creare quest’immagine da povera martire?
Fabiana non voleva essere una martire e, a 15 anni, i progetti di vita sono proprio altri; Fabiana era la ragazzina che tutte le donne sono state a 15 anni e, a 15 anni, si è vulnerabili, non si ha ancora una propria identità, si cerca in ogni modo di conformarsi, di rispecchiare i modelli imposti da questa incultura regnante.
E allora inizi a cercare il classico uomo che ti protegga; ma il più delle volte quello che ti protegge è quello che ti pesta, ti difende dagli sguardi degli altri trattandoti come un oggetto, il suo; e lui, di te può fare ciò che meglio crede.
Prenderti, lasciarti, non chiamarti, seguirti, farti soffrire, impedirti di uscire con le amiche, tirarti qualche schiaffo e poi tornare con la faccia affranta e chiederti scusa; e ti dice quelle cose che, a 15 anni, ti fanno sciogliere e sentire importante.
Perché ti insegnano, da quando nasci, ad essere dolce, carina, romantica, accondiscendente e quelle frasi e quel suo comportamento te li fai piacere; anzi, alla fine il suo comportamento tu non lo noti neanche più, perché questi tipi di rapporti e di comportamenti, in questo nostro paese di merda, sono ancora troppo normalizzati e, una ragazzina di 15 anni, non ha la capacità e la forza di dire no a tutto ciò.
Anche se Fabiana ci ha provato con tutte le sue forze a farlo.
Per questo dobbiamo insegnare alle nostre figlie a non sorridere se non ne hanno voglia, ad essere soggetti attivi e non prede, a non essere accondiscendenti, ad avere sogni e progetti, a non raccontate loro solo storie di principesse ma raccontare anche le storie di eroine coraggiose, che le ragazze non hanno bisogno di principi azzurri o cavalieri che le proteggano, ma che hanno bisogno di libertà, amore, sogni, di amiche e di amici, di amanti che non gli mettano una catena al piede, che non le prendano a botte, a coltellate o che gli versino una tanica di benzina addosso.

Appunto, dobbiamo riscoprire le parole per dirlo.

giovedì 23 maggio 2013

Ciao, Don...


CHI L'HA VISTI? - aggiornamento.


Grazie ai tanti lavoratori che ci seguono assiduamente, sono pervenute, dopo la nostra denuncia di domenica scorsa, numerose segnalazioni in merito alla scomparsa dei buoni pasto dal MEF.
La più attendibile è giunta in data odierna dall’Ufficio Relazioni Sindacali, che vi riportiamo integralmente.
In casi di questo genere, è nostra consuetudine valutare con la dovuta serietà il contenuto del documento, anche perché bisogna registrare, purtroppo, la presenza di numerosi "parassiti" che ne rivendicano sia l’autenticità che il merito.
Una cosa, comunque, è sicura: il merito di aver aperto una breccia nel muro del silenzio che avvolge l’intera vicenda, è solo dei lavoratori del MEF.
Ritenendo, quindi, il documento autentico e attendibile, siamo abituati ad analizzarne il significato, non fermandoci alla carta intestata; leggendo attentamente tra le righe, infatti, ci accorgiamo che, sommando i 35 giorni del periodo legale con gli eventuali contenziosi e la stipula del contratto di fornitura, oltre alla tempistica necessaria per gli ordinativi dei ticket, la probabilità che la scomparsa dei buoni pasto si prolunghi ancora per molti mesi è fondata.
Insomma, certamente un piccolo passo avanti è stato fatto, ma noi non demordiamo.
Continueremo a cercarli e a scoprire di chi è la responsabilità della loro scomparsa dalle tasche dei lavoratori.
Solo i pesci morti seguono la direzione della corrente.


lunedì 20 maggio 2013

Per opportuna conoscenza...


L'elenco (art. 1, comma 35, legge n. 190/2012) riporta "solo" la retribuzione lorda derivante da contratto.
Mancano i cumuli, i vari benefit, cioè gli eventuali stipendi aggiuntivi per ulteriori incarichi (il doppio lavoro, in sostanza).

Afferrare la composizione delle classi, per noi, è estremamente importante se vogliamo distinguere accuratamente gli sfruttatori e gli sfruttati.

Infatti, l’accumulazione della ricchezza per alcuni, provoca allo stesso modo accumulazione di miseria, schiavitù per altri.
I lavoratori farebbero bene a ricordarselo sempre.









domenica 19 maggio 2013

SCOMPARSI !


Sono scomparsi da oltre sei mesi.
L'ultima volta che li hanno visti è stato a novembre 2012.
Da allora, non si è saputo più nulla.
Nonostante i numerosi e accorati appelli dei lavoratori, da quel momento di loro si perdono le tracce.
Eppure, si tratta di salario indiretto che viene sottratto a chi ne ha, oltre che il diritto di percepirli, anche estremamente bisogno.
Nel frattempo, in questi lunghi mesi, sono accaduti fatti molto importanti:

·         l'annuncio choc del 10 febbraio 2013 di Papa Benedetto XVI che annuncia le sue dimissioni, lasciando la Sede vacante dalle 20 del 28 febbraio; nella storia della Chiesa finora si contano solo quattro casi accertati;
·         lo svolgimento delle elezioni politiche per il rinnovo dei due rami del Parlamento italiano che si svolgono il 24 e 25 febbraio; dai risultati elettorali emerge che nessuna delle coalizioni ha ottenuto una vittoria netta, determinando un risultato senza precedenti nella storia delle elezioni politiche italiane;
·        alle 19.06 del 13 marzo 2013, dal comignolo su San Pietro, esce la fumata bianca; l’argentino Jose Mario Bergoglio è il nuovo Papa. Si chiamerà Francesco ed è il primo Pontefice gesuita alla guida della chiesa cattolica. La coabitazione di 2 Papi non ha precedenti nella millenaria storia della Chiesa cattolica;
·         Giorgio Napolitano è il "vecchio/nuovo" capo dello Stato. Re Giorgio viene rieletto il 20 aprile 2013 per un secondo mandato di sette anni ed è la prima volta che succede nella storia della Repubblica;

·         il 28 aprile 2013, giorno in cui ha prestato giuramento, nasce il Governo Letta; è il 62º governo della Repubblica Italiana, il primo della XVII Legislatura. Un governo di "larghe intese", insieme PdL e Pd meno L.; dicono che lo fanno "per il bene del paese";
·         il 18 maggio 2013, il Ragioniere Generale dello Stato, il dott. Mario Canzio, con l'animo ferito nel dover accettare gli esiti di un abbandono indesiderato (562.331 euro,86 centesimi, 2° posto tra le retribuzioni annue lorde dei grand commis dello Stato), lascia il "corpo scelto" della Ragioneria Generale dello Stato.

Nonostante tutto ciò, dei buoni pasto al MEF non si hanno notizie.
Eppure qualcuno deve sapere, qualcuno li avrà pur visti; non è possibile che siano scomparsi così, che nessuno sappia nulla, che tutti tacciono compresi coloro che si ergono a paladini dei lavoratori.
Della loro scomparsa, qualcuno avrà pure qualche responsabilità!
 

mercoledì 15 maggio 2013

Rifiuta il debito, socializza il credito!


La rielezione a Presidente della Repubblica di Giorgio Napolitano ha dimostrato la crisi verticale della democrazia rappresentativa e l’abisso che separa l’attuale quadro politico dal sentimento popolare; così come, l'avvio del governo di larghe intese risulta essere null'altro che l’automatismo nella prosecuzione delle politiche di austerità dettate dall’Unione Europea e dalle necessità dei grandi capitali finanziari.
Se il debito è pubblico tutte e tutti dobbiamo sapere come è nato, quali interessi ha favorito, quanta parte è illegittima ed odiosa e non va pagata.
Se la crisi mette tutti sulla stessa barca, allora tutte e tutti dobbiamo decidere la strada migliore per uscirne; per questo, i Lavoratori Autorganizzati del Ministero dell'Economia e delle Finanze aderiscono alla campagna, promossa dal "Forum per una nuova finanza pubblica e sociale",  per la ripubblicizzazione e socializzazione della Cassa Depositi e Prestiti finanziata dal risparmio postale dei cittadini ed oggi utilizzata per gli interessi delle lobby finanziarie.
Il 16, 17 e 18 maggio, saranno giornate di mobilitazione in tutti i territori, per far tornare completamente pubblica la CDP cacciando le Fondazioni Bancarie, così da coinvolgere i risparmiatori, i cittadini, i lavoratori e le comunità locali nelle scelte sul come e dove destinare i soldi.

RIFIUTA IL DEBITO, SOCIALIZZA IL CREDITO!

IL RISPARMIO DEI CITTADINI DEVE SERVIRE PER USCIRE DALLA CRISI, NON PER SOCCOMBERE

12 milioni di famiglie affidano i loro risparmi alle Poste; questi soldi, gestiti da Cassa Depositi e Prestiti (CDP), sono serviti per oltre 150 anni a facilitare gli investimenti dei Comuni in opere e pubbliche e servizi.
Ma qualcosa è cambiato negli ultimi dieci anni: la Cassa Depositi e Prestiti è diventata una società per azioni e al suo interno sono entrati i grandi speculatori, le Fondazioni Bancarie.

Dal 2003:

a) CDP presta ai Comuni solo a tassi di mercato favorendone  l’indebitamento con le banche.
b) CDP finalizza gli investimenti solo per fare profitti e/o per favorire i mercati finanziari.
c) CDP finanzia la privatizzazione dei servizi pubblici locali e la svendita degli immobili comunali.
d) CDP finanzia grandi opere, inutili e devastanti per i territori, invece delle mille piccole opere urgenti e necessarie.

E così, mentre i cittadini ricevono l’interesse lordo dell’1,5% sui loro risparmi e rischiano di vedersi sottrarre i servizi e il patrimonio pubblico, le Fondazioni Bancarie portano a casa oltre il 10% di profitti!

I risparmi dei cittadini ammontano a oltre 230 miliardi di euro; con questi soldi si potrebbero fare molte cose per uscire dalla crisi:


a) tornare a finanziare a tasso agevolato gli investimenti degli enti locali per le opere pubbliche e servizi sociali;
b) finanziare la riappropriazione sociale dei beni comuni, a partire dal servizio idrico, come stabilito dal vittorioso referendum del 2011;
c) finanziare la messa in sicurezza delle scuole e il riassetto idrogeologico del territorio;
d) finanziare la sanità, il trasporto pendolare, l’istruzione, la formazione e la ricerca;
e) finanziare le aziende in crisi, a partire da quelle occupate dai lavoratori e abbandonate da chi preferisce investire sui mercati finanziari.

Ma ci dicono che i soldi non ci sono.
Non è vero: ci sono, sono tanti e sono nostri.
Basta favori alle banche, stop all’utilizzo dei nostri soldi per favorire gli interessi delle lobby della finanza!
Riprendiamoci quello che ci appartiene: i beni comuni, la ricchezza sociale, il futuro.