Ministero dell'Economia e delle Finanze

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giovedì 10 ottobre 2013

Squilla il telefono.

Franco Bernabè, ex Presidente della Telecom Italia, dopo che la spagnola Telefonica ha conquistato il 66% del gruppo Telecom, nell'audizione al Senato dello scorso 25 settembre, ha dichiarato: "Ho appreso di Telefonica solo dai comunicati stampa".
Il 3 ottobre, poi, rassegna le dimissioni dalla carica di presidente esecutivo e il consiglio dell’azienda gli esprime i suoi vivi ringraziamenti “per il grande impegno e l'elevato apporto manageriale profuso in questi anni alla guida della Società”.
Quindi, Bernabè è andato via e, come previsto dalla relazione sulla remunerazione per l'esercizio 2012, riceverà il compenso e i benefit a cui avrebbe avuto diritto fino a fine mandato.
Quanto?
6,6 MILIONI DI EURO

Nel dettaglio, 3,7 milioni di euro rappresentano il trattamento a cui Bernabè avrebbe avuto titolo sino a naturale scadenza del mandato (compenso fisso, variabile, benefit e altri compensi a equilibrio degli oneri fiscali applicabili ai benefit tassati).
Gli altri 2,9 milioni di euro sono il corrispettivo dell'accordo di non concorrenza, di durata pari a 12 mesi, la cui stipula e' stata deliberata dal consiglio di amministrazione in linea con la possibilità prevista dal contratto in essere.
Bernabè si qualificava come consigliere esecutivo non indipendente, ed era presidente del Comitato Esecutivo. E’ possessore di 468mila azioni ordinarie di Telecom Italia (di cui 18mila indirettamente) e 480mila azioni di risparmio (di cui 30mila indirettamente).
Insomma, una bella cifretta per un presidente di società che non sapeva dell’acquisizione spagnola e che ne prende conoscenza grazie alla stampa.
Considerato che la memoria, per noi, è un ingranaggio collettivo, è giusto ricordare che lo scorso 27 marzo 2013 i sindacati filo padronali Cgil, Cisl, Uil e Ugl Telecomunicazioni firmarono un accordo con Telecom Italia che portò a 250 licenziamenti coatti, 250 contratti di mobilità, 32.000 contratti di solidarietà e l’abolizione del premio di risultato.
Raccontarono ai lavoratori che tutto questo era un sacrificio necessario, che sarebbe servito a salvare l’azienda.
I lavoratori, che hanno sempre denunciato quell’inganno, oggi sanno di avere ragione.
Sanno di aver ragione a sostenere che negli ultimi decenni Telecom Italia è stata spolpata, ridotta all’osso e gettata via.
Franco Bernabè, quindi, torna a casa con 6,6 milioni euro in tasca.
Del sacrificio fatto dai lavoratori quel 27 marzo 2013 non rimane neanche il ricordo, se non sulla loro pelle e su quella dei loro familiari.
Insomma, come al solito si privatizzano gli utili e si socializzano le perdite.

Allora, un piccolo “problemino” di ingiustizia e disuguaglianza sociale, di redistribuzione della ricchezza, di odiosa lotta di classe al contrario, in questo paese di poeti, navigatori e santi, esiste o no?

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