Ormai
è certo, il ministro dell'Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha perso
il controllo delle metafore.
"Il
Paese va allenato. Dobbiamo usare un po' di bastone e un po’ di carota e qualche
volta dobbiamo utilizzare un po’ di più il bastone e un po' meno la carota. In
altri momenti bisogna dare più carote, ma mai troppe".
Questo
è quanto ha dichiarato a Genova durante la
presentazione di un bando sulle “Smart Cities and Communities and Social
Innovation”.
La
frase di Profumo potrebbe suonare di una banalità sconvolgente se non
rispecchiasse, in modo chirurgico, la politica dell’attuale esecutivo; basta
soffermarci sulla sbandierata riduzione dell’Irpef che risulta essere, in
termini di recupero del potere d’acquisto per i dipendenti pubblici, del tutto
insignificante a fronte dell'aumento dell'Iva, del blocco delle retribuzioni
fino al 2014, dello stop dell’indennità di vacanza contrattuale e della mancata
restituzione di quanto maturato nel 2011/2012.
Prendendola
alla lettera, però, questa affermazione del bastone e della carota è di
un'incredibile gravità.
Dopo
le violente cariche delle forze dell'ordine contro gli studenti medi di venerdì
scorso, la boutade ispirata a un'elementare morale del castigo, fa
rabbrividire.
Quella
di Profumo, infatti, è la morale del re dei bastoni; i cittadini, per il
governo, sono un corpo sociale immaturo, incapace di leggere la realtà, cui
bisogna dare colpi e contentini secondo le
convenienze.
E
già il 5 ottobre scorso ha dimostrato la sua idea sull'uso dei bastoni,
trattando le rivendicazioni degli studenti come una questione di ordine pubblico
e non come una questione sociale.
Gli
studenti hanno iniziato a protestare per lo scippo del loro futuro, per una
scuola pubblica di qualità e risorse per studiare e, con loro, è stato usato
immediatamente il bastone.
Siamo
tenacemente convinti, perciò, che il ministro illustri,
con questa metafora, una tecnica infallibile per la nostra educazione, dosando
il metallo ignobile in misura assai più pesante del vegetale che rinforza la
vista.
Con
l’aggravante di essere un professore, il ministro ingrossa le file dei
volenterosi carnefici dell’istruzione pubblica portando diligentemente a termine
la più clamorosa trasformazione neoliberista degli atenei italiani, mentre la
scuola pubblica attraversa una delle crisi più gravi della sua storia, priva del
necessario e munita del superfluo.
Successivamente,
il ministro Profumo ha chiarito il senso delle sue affermazioni, sostenendo che
si riferiva ad una "piattaforma culturale" e annunciava che a breve in ogni
classe ci sarà un tablet.
Si
sa, i tecnici sono, per natura, presuntuosi e il dissenso non lo accettano
facilmente.
Ma
morale paternalistica e repressione, in democrazia, non sono
accettabili.
E’
chiaro, quindi, che il tablet in ogni classe fa parte della sua politica della
carota.
Ma
il
bastone?
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