Ministero dell'Economia e delle Finanze

Ministero dell'Economia e delle Finanze

mercoledì 10 ottobre 2012

Il Profumo del bastone.


Ormai è certo, il ministro dell'Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha perso il controllo delle metafore.
"Il Paese va allenato. Dobbiamo usare un po' di bastone e un po’ di carota e qualche volta dobbiamo utilizzare un po’ di più il bastone e un po' meno la carota. In altri momenti bisogna dare più carote, ma mai troppe".
Questo è quanto ha dichiarato a Genova durante la presentazione di un bando sulle “Smart Cities and Communities and Social Innovation”.
La frase di Profumo potrebbe suonare di una banalità sconvolgente se non rispecchiasse, in modo chirurgico, la politica dell’attuale esecutivo; basta soffermarci sulla sbandierata riduzione dell’Irpef che risulta essere, in termini di recupero del potere d’acquisto per i dipendenti pubblici, del tutto insignificante a fronte dell'aumento dell'Iva, del blocco delle retribuzioni fino al 2014, dello stop dell’indennità di vacanza contrattuale e della mancata restituzione di quanto maturato nel 2011/2012.
Prendendola alla lettera, però, questa affermazione del bastone e della carota è di un'incredibile gravità.
Dopo le violente cariche delle forze dell'ordine contro gli studenti medi di venerdì scorso, la boutade ispirata a un'elementare morale del castigo, fa rabbrividire.
Quella di Profumo, infatti, è la morale del re dei bastoni; i cittadini, per il governo, sono un corpo sociale immaturo, incapace di leggere la realtà, cui bisogna dare colpi e contentini secondo le convenienze.
E già il 5 ottobre scorso ha dimostrato la sua idea sull'uso dei bastoni, trattando le rivendicazioni degli studenti come una questione di ordine pubblico e non come una questione sociale.
Gli studenti hanno iniziato a protestare per lo scippo del loro futuro, per una scuola pubblica di qualità e risorse per studiare e, con loro, è stato usato immediatamente il bastone.
Siamo tenacemente convinti, perciò, che il ministro illustri, con questa metafora, una tecnica infallibile per la nostra educazione, dosando il metallo ignobile in misura assai più pesante del vegetale che rinforza la vista.
Con l’aggravante di essere un professore, il ministro ingrossa le file dei volenterosi carnefici dell’istruzione pubblica portando diligentemente a termine la più clamorosa trasformazione neoliberista degli atenei italiani, mentre la scuola pubblica attraversa una delle crisi più gravi della sua storia, priva del necessario e munita del superfluo.
Successivamente, il ministro Profumo ha chiarito il senso delle sue affermazioni, sostenendo che si riferiva ad una "piattaforma culturale" e annunciava che a breve in ogni classe ci sarà un tablet.
Si sa, i tecnici sono, per natura, presuntuosi e il dissenso non lo accettano facilmente.
Ma morale paternalistica e repressione, in democrazia, non sono accettabili.
E’ chiaro, quindi, che il tablet in ogni classe fa parte della sua politica della carota.
Ma il bastone?

Nessun commento:

Posta un commento