Se la rivoluzione
d’ottobre fosse stata di maggio,
se tu vivessi
ancora,
se io non fossi
impotente di fronte al tuo assassinio,
se la mia penna fosse
un’arma vincente,
se la mia paura
esplodesse nelle piazze
coraggio nato dalla
rabbia strozzata in gola,
se l’averti conosciuta
diventasse la nostra forza,
se i fiori che abbiamo
regalato
alla tua coraggiosa vita
nella nostra morte
almeno diventassero
ghirlande
della lotta di noi tutte
donne
se
…...
non sarebbero le parole
a cercare di affermare la vita
ma la vita stessa, senza
aggiungere altro.
Giorgiana Masi
avrebbe, oggi, 54 anni.
Invece ne ha sempre 19.
Il 12 maggio 1977, su ponte Garibaldi, mentre manifestava nell'anniversario della vittoria sul divorzio e contro le misure che limitavano i diritti di manifestare volute dal governo Andreotti, le squadre speciali mandate dal ministro degli Interni Francesco Cossiga, spararono e la uccisero.
Nessuno ha pagato per il suo assassinio.
Giorgiana era una studentessa del liceo Pasteur di Roma, una compagna del movimento e una femminista.
Scendeva in piazza per gli stessi valori per cui tuttora lottano migliaia di giovani, di donne, di lavoratori.
Il diritto alla scuola pubblica, a un lavoro non precario, a una società non omofoba e non razzista, una società dove ci sia uguaglianza, solidarietà e giustizia sociale.
Oggi manifesteremo, come ogni anno, nel ricordo di Giorgiana, in nome di quei valori e in difesa di quei diritti per cui lei ha dato la vita.
Vogliamo ricordare Giorgiana, tributarle la testimonianza delle generazioni che si susseguono, impegnate nelle battaglie contro la precarietà, per i diritti e i bisogni negati, per i sogni stracciati, per la tutela dei beni comuni, per le libertà civili e la giustizia sociale, contro l'oppressione delle istituzioni totali, contro i governi delle banche, le derive securitarie, il razzismo, il militarismo e le guerre.
Invece ne ha sempre 19.
Il 12 maggio 1977, su ponte Garibaldi, mentre manifestava nell'anniversario della vittoria sul divorzio e contro le misure che limitavano i diritti di manifestare volute dal governo Andreotti, le squadre speciali mandate dal ministro degli Interni Francesco Cossiga, spararono e la uccisero.
Nessuno ha pagato per il suo assassinio.
Giorgiana era una studentessa del liceo Pasteur di Roma, una compagna del movimento e una femminista.
Scendeva in piazza per gli stessi valori per cui tuttora lottano migliaia di giovani, di donne, di lavoratori.
Il diritto alla scuola pubblica, a un lavoro non precario, a una società non omofoba e non razzista, una società dove ci sia uguaglianza, solidarietà e giustizia sociale.
Oggi manifesteremo, come ogni anno, nel ricordo di Giorgiana, in nome di quei valori e in difesa di quei diritti per cui lei ha dato la vita.
Vogliamo ricordare Giorgiana, tributarle la testimonianza delle generazioni che si susseguono, impegnate nelle battaglie contro la precarietà, per i diritti e i bisogni negati, per i sogni stracciati, per la tutela dei beni comuni, per le libertà civili e la giustizia sociale, contro l'oppressione delle istituzioni totali, contro i governi delle banche, le derive securitarie, il razzismo, il militarismo e le guerre.
NOI, non
dimentichiamo.
Lavoratori
Autorganizzati
Ministero
dell'Economia e delle Finanze
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