Non c’è che dire, siamo proprio fortunati.
Nel bel mezzo di una crisi sistemica dove i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri, non passa giorno che la nostra amministrazione, per il tramite del suo ufficio competente, allevia le sofferenze economiche dei suoi dipendenti mediante stipule di convenzioni etichettate come "servizi sociali".
La gamma è veramente ampia: dal negozio che tratta esclusivamente articoli di linea di abbigliamento maschile con vasto assortimento sia classico che casual, a quelli che propongono l’acquisto di articoli da regalo e argenteria, passando attraverso viaggi e vacanze, attività ricreative e servizi di consulenza finanziaria e brokeraggio.
Ma ci ha lasciati veramente impietriti l’ultima convenzione, denominata “Carta Ora”, stipulata lo scorso 3 ottobre 2011 tra la nostra amministrazione e la Manpower spa.
Di che cosa si tratta?
Semplice, è una carta prepagata, ricaricabile, dal costo di 135 euro che corrispondono a 10 ore di lavoro: ti serve una colf, una baby sitter, un dog o cat sitter, un cameriere o un giardiniere, basta fare una semplice telefonata o inviare una mail che si attiva uno o più rapporti di somministrazione di lavoro.
Il lavoro interinale, introdotto in Italia dall’Ulivo attraverso il Pacchetto Treu, concertato con Cgil, Cisl e Uil, è stato creato apposta per poter speculare sui bisogni dei lavoratori, trattati come merci e oggetti.
Un mondo a diritti zero, una realtà fatta di quotidiano sfruttamento, di incertezza, di disperazione, di sottomissione e di abusi continui.
Un annientamento morale, economico, sociale e umano per milioni di lavoratori, senza diritti e senza dignità, trattati come rifiuti, sottoposti a contratti capestro, immersi in realtà in cui bisogna obbedire sempre e non protestare mai, qualunque siano le discriminazioni subite, privati del futuro per l’interesse di padroni che macinano profitti immensi, sulla pelle dei più deboli.
Sono chiamati lavoratori atipici, intermittenti, in affitto, temporanei, a chiamata; in realtà sono schiavi sacrificabili, merce deperibile, gettati nella spazzatura quando scadono, quando non stanno in silenzio a subire l’arroganza dei moderni schiavisti o quando raggiungono età non più in linea con il marketing produttivo.
E mentre la propaganda capitalista esalta la modernità del lavoro flessibile, i padroni si riservano posti garantiti, sicurezze granitiche, stabilità, prestigio, stipendi, carriera e profitti immensi.
Nel bel mezzo di una crisi sistemica dove i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri, non passa giorno che la nostra amministrazione, per il tramite del suo ufficio competente, allevia le sofferenze economiche dei suoi dipendenti mediante stipule di convenzioni etichettate come "servizi sociali".
La gamma è veramente ampia: dal negozio che tratta esclusivamente articoli di linea di abbigliamento maschile con vasto assortimento sia classico che casual, a quelli che propongono l’acquisto di articoli da regalo e argenteria, passando attraverso viaggi e vacanze, attività ricreative e servizi di consulenza finanziaria e brokeraggio.
Ma ci ha lasciati veramente impietriti l’ultima convenzione, denominata “Carta Ora”, stipulata lo scorso 3 ottobre 2011 tra la nostra amministrazione e la Manpower spa.
Di che cosa si tratta?
Semplice, è una carta prepagata, ricaricabile, dal costo di 135 euro che corrispondono a 10 ore di lavoro: ti serve una colf, una baby sitter, un dog o cat sitter, un cameriere o un giardiniere, basta fare una semplice telefonata o inviare una mail che si attiva uno o più rapporti di somministrazione di lavoro.
Il lavoro interinale, introdotto in Italia dall’Ulivo attraverso il Pacchetto Treu, concertato con Cgil, Cisl e Uil, è stato creato apposta per poter speculare sui bisogni dei lavoratori, trattati come merci e oggetti.
Un mondo a diritti zero, una realtà fatta di quotidiano sfruttamento, di incertezza, di disperazione, di sottomissione e di abusi continui.
Un annientamento morale, economico, sociale e umano per milioni di lavoratori, senza diritti e senza dignità, trattati come rifiuti, sottoposti a contratti capestro, immersi in realtà in cui bisogna obbedire sempre e non protestare mai, qualunque siano le discriminazioni subite, privati del futuro per l’interesse di padroni che macinano profitti immensi, sulla pelle dei più deboli.
Sono chiamati lavoratori atipici, intermittenti, in affitto, temporanei, a chiamata; in realtà sono schiavi sacrificabili, merce deperibile, gettati nella spazzatura quando scadono, quando non stanno in silenzio a subire l’arroganza dei moderni schiavisti o quando raggiungono età non più in linea con il marketing produttivo.
E mentre la propaganda capitalista esalta la modernità del lavoro flessibile, i padroni si riservano posti garantiti, sicurezze granitiche, stabilità, prestigio, stipendi, carriera e profitti immensi.
La Manpower è una multinazionale americana, leader nel lavoro interinale che ha registrato una salita del 55% dei profitti negli ultimi tre mesi. Gli utili sono stati di 79,6 milioni di dollari, superiori ai 51,3 di un anno fa. Il fatturato è cresciuto del 16%, 5,78 miliardi al di sopra delle attese che si attendevano a 5,81 miliardi.
Ma queste società "erogatrici" di lavoratori in affitto sono conosciute anche per le loro politiche e strategie nei confronti delle categorie più deboli, ovviamente le donne, le madri, chi ha problemi di salute o un genitore anziano da accudire. Basta farsi un "giretto" in internet. Strategie attuate ai fini solo di liberarsi dei lavoratori “non pienamente produttivi”, di mobbing pesante che si possono riassumere in negazioni, in minacce continue di licenziamento per chi non ha raggiunto il budget, di trasferimenti di sede disagevoli e immotivati, di convocazioni e interrogatori con “capini e capetti”.
Insomma, la somministrazione di lavoro temporaneo è quello che si intende applicare in dosi massicce anche per il lavoro pubblico, peraltro già sommerso da migliaia di lavoratori interinali, da precari senza diritti, senza garanzie, che sopperiscono oltre che alla carenza d'organico anche allo svolgimento di mansioni per le quali è prevista l'assunzione a tempo indeterminato.
Di questa convenzione, quindi, ne facciamo volentieri a meno; perché la precarietà del lavoro è precarietà della vita e ogni giorno va combattuta.
Di questa convenzione, quindi, ne facciamo volentieri a meno; perché la precarietà del lavoro è precarietà della vita e ogni giorno va combattuta.
LAVORATORI AUTORGANIZZATI
Ministero dell’Economia e delle Finanze
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