Tra un
cartone ed un altro di Peppa Pig, il Ministro per la Semplificazione e la
Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, ha annunciato ieri, a margine dei
lavori della commissione Affari Costituzionali del Senato sul ddl delega Pa, il
blocco dei contratti degli statali anche per il 2015.
Il Ministro ha spiegato che "in
questo momento di crisi le risorse per sbloccare i contratti non ci sono".
Eppure, il prossimo 18 settembre, la BCE elargirà altri 200 miliardi di euro
alle banche; insomma, i soldi ci sono ma gli "statali", insieme alle
altre categorie di lavoratori e dei settori popolari meno abbienti, dovranno
ulteriormente stringere la cinghia e continuare a pagare il costo di una crisi
generata dai padroni.
Quindi, l'unica vera propaganda propinata dal governo, vera sostanza e non
chiacchiere, è quella del sacrificio.
Per chi avesse ancora dubbi, questo governo è chiamato a gestire l’austerità
per conto dei padroni senza che nessuno disturrbi il manovratore, ormai padrone
del sistema costituzionale: destrutturazione della scuola pubblica in favore di
quella privata, intervento sulle pensioni, inserimento del contratto di lavoro
a tutele crescenti, decreto "Sblocca Italia" incentrato sulle grandi
opere e sulla privatizzazioni dei beni comuni, blocco dei contratti.
L'obiettivo è quello di spingere ancora più giù i salari, eliminare ogni tipo
di tutela avvicinando in questo modo il mercato del lavoro a quello sognato dai
tecnocrati di Bruxelles e dai loro rappresentanti nei governi nazionali.
Sono le stesse politiche che stanno massacrando milioni di lavoratori, di
giovani, di anziani in tutti i paesi dell'Europa mediterranea e la catena di
comando parte direttamente dalla Trojka europea che, attraverso l'imposizione
dei suoi trattati, del ricatto del debito, di politiche di massacro sociale,
procede nella costruzione di un Europa all'interno della quale s'impone una
divisione internazionale del lavoro, funzionale alla massimizzazione dei
profitti per le banche e per un sistema industriale in crisi sistemica.
Da oggi, fino a metà dicembre, ci troveremo di fronte ad una serie di
appuntamenti gravosi per le nostre misere buste paga, un vero e proprio autunno
di tasse, di salasso a partire dalla TASI, dall'IMU e dalla TARI.
Occorre organizzare, quindi, una risposta forte provando, tra mille difficoltà,
ad unire al di là della diversità delle condizioni sociali, lavoratori
stabilizzati, precari, disoccupati, senza casa, giovani, studenti, pensionati e
utenti dei servizi pubblici, in un percorso contro questo governo, contro la
troika e contro le politiche economiche da loro imposte.
E' compito di ognuno di noi trasformare l'imminente autunno da una stagione di
lacrime e sangue, ad una stagione di lotta e di riscatto.
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