Ministero dell'Economia e delle Finanze

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martedì 25 febbraio 2014

8+8=16

Ieri, il governo Renzi ha chiesto la fiducia al Senato e l'ha ottenuta. Oggi sarà alla Camera.
Un governo, questo, che il mainstream martellante di questi giorni ci ha evidenziato, oltre che per la sua dinamicità nel fare, per la sua velocità, anche per la parità, nella scelta dei ministri, tra uomini e donne.
8 uomini e 8 donne.
Quindi, secondo i benpensanti, dovremmo gioire e apprezzare la nuova compagine governativa perché finalmente, nella storia repubblicana, abbiamo la fatidica parità.
Anche se non sappiamo cosa diranno o faranno, l’essere donna è dato come positivo di per sé, purché sia donna.
Insomma, da adesso, nel governo metà stronzate le diranno i maschi e l’altra metà le femmine.Le donne, di per sé, non sono geneticamente buone così come gli uomini non sono geneticamente orrendi, e questa cosa del dividere le persone e attribuire meriti o demeriti in base al sesso, si chiama sessismo.
Perciò il fatto che al governo ci siano metà donne non rende, a nostro avviso, questo governo migliore.
Anzi, basta pensare a come i media che tanto osannano la parità introdotta del sindaco di Firenze, hanno raccontato il loro ingresso sul carpet rosso del Quirinale, dal tacco delle scarpe al colore delle giacche indossate, per passare attraverso il pancione e il culo di qualche ministra.
8 ministre e 8 ministri, quindi, ma nessun ministero per le politiche di genere e pari opportunità; il Presidente del Consiglio ha offerto solo le pari opportunità delle "quote rosa", ma alle donne può bastare tutto ciò?  
Il bluff, infatti, è proprio questo.

Si utilizza, in modo strumentale e sbarazzino, la figura della donna sfruttando lo stereotipo della loro innocenza, del fatto che non possono fare del male, delle vittime per antonomasia.
E mentre ci inculcano il mito della fattezza perfetta della donna sia in politica che nelle istituzioni, a differenza di quell'altro che le vedeva solo supine, della parità appunto, il resto del mondo crepa, combatte e, per fortuna, ha imparato a capire che donna o uomo, se ordini la repressione o se gli affari vengono fatti in favore dei più ricchi, non c'é alcuna differenza.
Perché insistere sul fatto che la figura femminile sia migliore, eccezionale, fantastica a prescindere, è come dire che fai un presidente nero e ti aspetteresti meraviglie, insomma parli dei luoghi comuni.
La storia ci ha insegnato, invece, che ci sono lotte fagocitate da un pezzo di realtà femminile e borghese che poi le ha messe a servizio di poteri e neoliberismi vari.
Così, per esempio, la recente legge sul femminicidio contiene, nel suo insieme, la repressione per il movimento NoTav.
Ecco leggi e decreti in cui ogni volta che si parla di donne, spunta fuori la sorpresina, la miseria istituzionale, il trucco che viene propinato senza che a nessuno si dia modo di dibatterne.
Purtroppo, alcune volte, certe donne sono la prima linea che difende i potenti, qualunque sesso abbiano.
Sono lo scudo che non si può criticare, spostare, a loro non puoi opporti.
La realtà drammatica, quindi, è che hanno espropriato e continuano a scippare la condizione di donna, utilizzandolo come status dietro il quale nascondere dinamiche di potere.
Questo governo gioca anche su questo elemento; ecco perché per noi è ancora più brutto di quello precedente, perché piazzare al governo otto donne per legittimare un pessimo governo e poi vantarsene, è una squallida operazione sessista, di pinkwashing ovvero quando, con una passata di rosa, pensi di far sembrare più bello qualcosa di profondamente grigio.
Si utilizzano le donne, quindi, in veste di madri istituzionali per legittimarlo all’opinione pubblica.
Per questo, siamo convinti che proprio le donne, le tante lavoratrici del MEF non cadranno in questo inganno; perché quelle donne che celebrano questo dato come una vittoria non hanno la più pallida idea di quale sia la direzione che stanno perseguendo.
Noi, che lottiamo per ottenere pari diritti per chiunque, ma pari per davvero, non possiamo comprendere come proprio le donne accettino di fare da puntelli legittimanti del patriarcato, perché è questo che sono.
Sono puntelli delle peggiori istituzioni patriarcali e del peggio paternalismo esistente.
Puntelli, complici di un neoliberismo che straccia diritti per la povera gente, privatizza, massacra, svende lo stato sociale e poi immagina che qualche femmina al governo possa far sembrare tutto un po’ più bello.
Spesso, i governi di stampo patriarcale, quelli più reazionari, quelli che tolgono diritti escludendo i bisogni, hanno sempre elevato le donne a rappresentarli.
Vuol dire, forse, che sono migliori?
No, noi non lo crediamo.

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