Ministero dell'Economia e delle Finanze

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mercoledì 11 settembre 2013

Inizia la scuola.

Inizia un nuovo anno scolastico per i nostri figli, ma la situazione peggiora sempre di più.
Il costo dei libri è aumentato ulteriormente, superando di molto i tetti previsti dal MIUR; così come sono aumentate le tariffe, i trasporti e le spese per la cancelleria.
Anche quest’anno, quindi, le scuole continueranno a chiedere, a noi genitori, vere e proprie tasse mascherate da contributi volontari, per rimediare ai continui tagli e alla mancanza di fondi.
In questo modo, la scuola pubblica diventa sempre più costosa e, in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo, molte famiglie devono rinunciare a mandare i figli a scuola, o scelgono l’indirizzo scolastico sulla base dei costi e non sulle aspirazioni dei propri ragazzi.
Le scuole pubbliche italiane cadono a pezzi e i vincoli europei sul pareggio di bilancio e sulla riduzione della spesa pubblica, impediscono una seria campagna di messa in sicurezza e di adeguamento degli edifici, mentre consentono il salvataggio delle banche, la salvaguardia dei profitti delle grandi imprese e dell'industria delle armi.
A tutto ciò, si aggiunge la costante umiliazione a cui sono sottoposti i lavoratori della scuola, i docenti e il personale amministrativo, tecnico, ausiliare.
Il futuro che hanno davanti i nostri ragazzi, quindi, è pessimo.
Disoccupazione giovanile alle stelle, precarietà e assenza di diritti, salari bassi.
L’università è sempre più una università per pochi, dove chi ha i soldi va avanti, chi non li ha resta tagliato fuori.
La crisi economica fa perdere posti di lavoro, le misure dei governi dei tecnici, dei saggi, degli esperti o delle larghe intese non fanno altro che peggiorare la condizione della maggioranza della popolazione, mentre aumentano i profitti per i grandi monopoli e per gli speculatori finanziari.
Per combattere tutto questo c’è un solo modo: ritornare ad essere protagonisti del proprio futuro.
Il futuro, però, non cambierà da solo e, per conquistare un avvenire diverso, l’unica strada è riprendere il cammino della lotta di classe.
Lottare per la difesa della pubblica amministrazione come bene comune vuol dire lottare insieme ai nostri ragazzi per una scuola davvero gratuita, per un lavoro sicuro, che non sia sfruttamento, precarietà, assenza di diritti.
La distruzione della scuola pubblica, che passa attraverso il suo impoverimento e nella difficoltà all’accesso, significa fermare la diffusione del sapere e della conoscenza; questo, è uno strumento di controllo per il potere perché conoscere è saper leggere, interpretare, verificare di persona e non fidarsi di quello che ti dicono.
E la conoscenza ti fa dubitare, soprattutto del potere.
Per questo, vogliono ignoranti i nostri ragazzi, perché la cultura rende critici e la critica rende liberi.

Inizia un nuovo anno per i nostri ragazzi: non lasciamoli da soli.

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