Inizia un nuovo anno scolastico per i nostri figli, ma la
situazione peggiora sempre di più.
Il costo dei libri è aumentato ulteriormente, superando di molto i
tetti previsti dal MIUR; così come sono aumentate le tariffe, i trasporti e le
spese per la cancelleria.
Anche quest’anno, quindi, le scuole continueranno a chiedere, a
noi genitori, vere e proprie tasse mascherate da contributi volontari, per
rimediare ai continui tagli e alla mancanza di
fondi.
In questo modo, la scuola pubblica diventa sempre più costosa e,
in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo, molte famiglie devono
rinunciare a mandare i figli a scuola, o scelgono l’indirizzo scolastico sulla
base dei costi e non sulle aspirazioni dei propri
ragazzi.
Le scuole pubbliche italiane cadono a pezzi e i vincoli europei
sul pareggio di bilancio e sulla riduzione della spesa pubblica, impediscono una
seria campagna di messa in sicurezza e di adeguamento degli edifici, mentre
consentono il salvataggio delle banche, la salvaguardia dei profitti delle
grandi imprese e dell'industria delle armi.
A tutto ciò, si aggiunge la costante umiliazione a cui
sono sottoposti i lavoratori della scuola, i docenti e il personale
amministrativo, tecnico, ausiliare.
Il futuro che hanno davanti i nostri ragazzi, quindi, è
pessimo.
Disoccupazione giovanile alle stelle, precarietà e assenza di
diritti, salari bassi.
L’università è sempre più una università per pochi, dove chi ha i
soldi va avanti, chi non li ha resta tagliato
fuori.
La crisi economica fa perdere posti di lavoro, le misure dei
governi dei tecnici, dei saggi, degli esperti o delle larghe intese non fanno
altro che peggiorare la condizione della maggioranza della popolazione, mentre
aumentano i profitti per i grandi monopoli e per gli speculatori
finanziari.
Per combattere tutto questo c’è un solo modo: ritornare ad essere
protagonisti del proprio futuro.
Il futuro, però, non cambierà da solo e, per conquistare un
avvenire diverso, l’unica strada è riprendere il cammino della lotta di
classe.
Lottare per la difesa della pubblica amministrazione come bene
comune vuol dire lottare insieme ai nostri ragazzi per una scuola davvero
gratuita, per un lavoro sicuro, che non sia sfruttamento, precarietà, assenza di
diritti.
La distruzione della scuola pubblica, che passa attraverso il suo
impoverimento e nella difficoltà all’accesso, significa fermare la diffusione
del sapere e della conoscenza; questo, è uno strumento di controllo per il
potere perché conoscere è saper leggere, interpretare, verificare di persona e
non fidarsi di quello che ti dicono.
E la conoscenza ti fa dubitare, soprattutto del
potere.
Per questo, vogliono ignoranti i nostri ragazzi, perché la cultura
rende critici e la critica rende liberi.
Nessun commento:
Posta un commento