L’anno passato è stato pesante e quello attuale è ancora di più per precari, lavoratori,
pensionati, migranti, licenziati, cassa integrati, studenti.
La scelta liberista di uscire dalla crisi con la recessione è una follia e sta provocando un peggioramento generalizzato delle condizioni di vita.
Il mondo sta dicendo no ai governi dei padroni e delle banche, alle disuguaglianze sociali ed economiche, alle speculazioni finanziarie, agli obblighi di pareggio di bilancio, al pagamento del debito, al rifinanziamento delle banche e delle istituzioni internazionali che ci hanno portato sull’orlo del baratro.
In Italia, abbiamo la massima rappresentazione di cos’è il governo delle banche; non è necessario fare un lungo elenco, basta ricordare il golpe bianco dettato dai potentati finanziari con l’instaurazione di un governo tecnico che, politicamente, sta facendo in pochi mesi ciò che al precedente Presidente del Consiglio non era riuscito di fare in anni di (mal)governo.
80 miliardi di finanziaria stanno strangolando l’economia italiana, in nome del pagamento degli interessi alle banche e della finanziarizzazione della vita (smantellamento della previdenza pubblica, ulteriori privatizzazioni del patrimonio pubblico e comune, pseudo liberalizzazioni).
La controriforma del mercato del lavoro, che un parlamento bulgaro, senza opposizione alcuna, sta promulgando, fa fare un passo avanti al processo di precarizzazione della vita, aumenta il già alto livello di ricatto sul lavoro stabile e smantella, di fatto, le ultime protezioni rimaste.
Si completa, in questo modo, il disegno di totale subalternità del lavoro e dei lavoratori agli interessi di pochi speculatori, così come l’inserimento dell’obbligo di pareggio di bilancio nella Costituzione completa il processo di asservimento della politica agli interessi finanziari.
Le scelte economico-politiche guardano lo spread e il compiacimento dei compagni di merenda internazionali, più che il paese reale per costruire un futuro su basi diverse.
Quindi, una finanziarizzazione della vita che oramai è un tutt’uno con la precarizzazione della vita.
E la condizione precaria, è LA condizione del mondo del lavoro e della vita di oggi; la condizione precaria è nomadismo migrante, poiché la condizione lavorativa che, oggi più che mai, rappresenta in modo paradigmatico la condizione precaria è proprio quella del lavoro migrante.
Tuttavia è esistente, nel paese, un ribollire continuo che attraversa i luoghi di lavoro ed i territori. Un ribollire caotico e scomposto, alcune volte cieco, altre volte muto, eppure sempre crescente.
E’ necessario, quindi, favorire e ricomporre la conflittualità differenziata esistente oggi nel paese, unire i diversi rivoli per creare un torrente impetuoso e una cascata in grado di travolgere la diga del disegno politico-finanziario che sulla pelle dei lavoratori, dei precari e dei pensionati vuole ribadire e mantenere il proprio potere, la propria ricchezza e garantire la propria perpetuazione.
E' importante rivendicare, a piena voce, il diritto all’insolvenza, il non pagamento del debito illegittimo, l'accesso ai beni comuni, naturali e immateriali, la libera circolazione e il libero accesso ai saperi e alla loro condivisione.
La scelta liberista di uscire dalla crisi con la recessione è una follia e sta provocando un peggioramento generalizzato delle condizioni di vita.
Il mondo sta dicendo no ai governi dei padroni e delle banche, alle disuguaglianze sociali ed economiche, alle speculazioni finanziarie, agli obblighi di pareggio di bilancio, al pagamento del debito, al rifinanziamento delle banche e delle istituzioni internazionali che ci hanno portato sull’orlo del baratro.
In Italia, abbiamo la massima rappresentazione di cos’è il governo delle banche; non è necessario fare un lungo elenco, basta ricordare il golpe bianco dettato dai potentati finanziari con l’instaurazione di un governo tecnico che, politicamente, sta facendo in pochi mesi ciò che al precedente Presidente del Consiglio non era riuscito di fare in anni di (mal)governo.
80 miliardi di finanziaria stanno strangolando l’economia italiana, in nome del pagamento degli interessi alle banche e della finanziarizzazione della vita (smantellamento della previdenza pubblica, ulteriori privatizzazioni del patrimonio pubblico e comune, pseudo liberalizzazioni).
La controriforma del mercato del lavoro, che un parlamento bulgaro, senza opposizione alcuna, sta promulgando, fa fare un passo avanti al processo di precarizzazione della vita, aumenta il già alto livello di ricatto sul lavoro stabile e smantella, di fatto, le ultime protezioni rimaste.
Si completa, in questo modo, il disegno di totale subalternità del lavoro e dei lavoratori agli interessi di pochi speculatori, così come l’inserimento dell’obbligo di pareggio di bilancio nella Costituzione completa il processo di asservimento della politica agli interessi finanziari.
Le scelte economico-politiche guardano lo spread e il compiacimento dei compagni di merenda internazionali, più che il paese reale per costruire un futuro su basi diverse.
Quindi, una finanziarizzazione della vita che oramai è un tutt’uno con la precarizzazione della vita.
E la condizione precaria, è LA condizione del mondo del lavoro e della vita di oggi; la condizione precaria è nomadismo migrante, poiché la condizione lavorativa che, oggi più che mai, rappresenta in modo paradigmatico la condizione precaria è proprio quella del lavoro migrante.
Tuttavia è esistente, nel paese, un ribollire continuo che attraversa i luoghi di lavoro ed i territori. Un ribollire caotico e scomposto, alcune volte cieco, altre volte muto, eppure sempre crescente.
E’ necessario, quindi, favorire e ricomporre la conflittualità differenziata esistente oggi nel paese, unire i diversi rivoli per creare un torrente impetuoso e una cascata in grado di travolgere la diga del disegno politico-finanziario che sulla pelle dei lavoratori, dei precari e dei pensionati vuole ribadire e mantenere il proprio potere, la propria ricchezza e garantire la propria perpetuazione.
E' importante rivendicare, a piena voce, il diritto all’insolvenza, il non pagamento del debito illegittimo, l'accesso ai beni comuni, naturali e immateriali, la libera circolazione e il libero accesso ai saperi e alla loro condivisione.
Chiedere l'abolizione della riforma del mercato del lavoro
Fornero-Monti, l’introduzione di un salario minimo, il ripristino dei diritti
fondamentali del lavoro, il diritto alla casa e alla vivibilità, il sostegno
all’affitto, la riappropriazione degli alloggi sfitti e la pratica delle
occupazioni degli spazi come forma di liberazione sociale, contro qualsiasi
occupazione militare di territori per finalità diverse da quelle stabilite dalla
popolazione locale.
Il salario, un reddito garantito e il diritto al lavoro, come scelta di libertà e di autodeterminazione, contro ogni forma di subalternità, controllo sociale e discriminazione di genere.
Con queste parole d’ordine, ci apprestiamo ad attraversare le calde giornate di maggio e a vivere la Mayday, come un trampolino di lancio per nuove lotte e nuove conquiste.
Il primo maggio facciamo risuonare per le strade del mondo il canto della nostra rabbia: siamo il 99% e loro solo 1%, non dimentichiamo, non perdoniamo.
Ovunque MayDay MayDay!
Il salario, un reddito garantito e il diritto al lavoro, come scelta di libertà e di autodeterminazione, contro ogni forma di subalternità, controllo sociale e discriminazione di genere.
Con queste parole d’ordine, ci apprestiamo ad attraversare le calde giornate di maggio e a vivere la Mayday, come un trampolino di lancio per nuove lotte e nuove conquiste.
Il primo maggio facciamo risuonare per le strade del mondo il canto della nostra rabbia: siamo il 99% e loro solo 1%, non dimentichiamo, non perdoniamo.
Ovunque MayDay MayDay!
Piazza 24 Maggio
(Porta Ticinese)
ore 15 - MILANO
LAVORATORI
AUTORGANIZZATI