Ministero dell'Economia e delle Finanze

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martedì 15 novembre 2011

17 novembre.

Il 17 novembre è una data di grande valore simbolico per gli studenti: in quel giorno, infatti, centinaia di studenti cecoslovacchi che si opponevano alla guerra furono arrestati e uccisi dai nazisti nel 1939.
Sempre il 17 novembre del 1973, l’occupazione del Politecnico di Atene fu sgomberata dai carri armati dei Colonnelli.
Nel 2003 il Social Forum Mondiale di Porto Alegre in Brasile e, nel 2004 a Mumbai in India, l’assemblea studentesca mondiale ha ripreso questa giornata trasformandola da momento prettamente celebrativo, a occasione di lotta.
Da quel giorno, infatti, ogni anno in decine di paesi gli studenti si sono mobilitati in ricordo di quei massacri, per rivendicare il diritto allo studio per tutti e per la necessità di costruire un mondo di pace, di giustizia, di democrazia e di libertà.
Questa data ha segnato, quindi, una svolta importante, poiché gli studenti di tutto il mondo hanno assunto la necessità di mobilitarsi congiuntamente proprio a difesa del diritto all’istruzione e all’accesso al sapere per tutti, come chiave di volta dell’uguaglianza globale. La data di mobilitazione studentesca mondiale si oppone, quindi, alle politiche di privatizzazione portate avanti da organizzazioni come WTO, FMI e Banca Mondiale, consolidando il ripudio della guerra come dato essenziale per garantire la vita, la salute e l’istruzione.
Quest’anno anche Occupy Wall Street, sotto attacco repressivo proprio mentre stiamo scrivendo, ha rilanciato il 17 novembre come una data non solo di mobilitazione nazionale studentesca ma, anche, di mobilitazione mondiale contro chi vuole far pagare la crisi ancora una volta ai lavoratori e ai settori popolari più deboli.
Le mobilitazioni si svolgeranno in gran parte d’Europa; dalla Spagna, per rifiutare l’università della precarietà e per un servizio pubblico di qualità, alla Germania, con decine di cortei in tutte le regioni. Gli studenti saranno in piazza anche in Sud America e in Cile.
In Italia, lo scorso anno, oltre 200.000 studenti scesero in piazza riavviando la mobilitazione dell’autunno caldo.
Quest’anno, potrà essere l’occasione per un grande rilancio del movimento, ma non solo studentesco; avere insieme in piazza i lavoratori e gli studenti contro l’ulteriore scempio sociale che si vuole imporre.
Proprio in questi giorni sta per nascere il governo della Confindustria e delle banche, sotto il commissariamento della BCE e della garanzia della Presidenza della Repubblica.
Mai, nella storia italiana del dopoguerra, un esecutivo è stato espressione così diretta del capitale finanziario.
Un governo, quindi, che proverà a edulcorare la confezione d'immagine del suo programma con qualche innocua trovata “anticasta” a fini mediatici e una probabile minipatrimoniale richiesta persino da Confindustria e banche, in funzione antidebito.
Ma dentro la confezione ci saranno l'attacco alle pensioni d'anzianità, il salto generale di dismissione e privatizzazione di beni pubblici, il sostegno più marcato alla demolizione progressiva del contratto nazionale di lavoro, le nuove normative sui licenziamenti. Tutto ciò che chiede l'Europa capitalista per rassicurare i banchieri.
Siamo fortemente convinti, quindi, che dalle scuole e dalle università possa ripartire, in Italia, un grande movimento di contrasto alla crisi globale, alla dittatura dei mercati e a una classe dirigente che sta saccheggiando il presente e distruggendo il futuro.
Le studentesse e gli studenti il 17 novembre chiamano a raccolta il 99% della popolazione, quel 99% che non vuole pagare il prezzo della crisi del debito e che, invece, si sente in credito con quell’1% di banchieri, finanzieri, imprenditori che sulla crisi continuano a guadagnare.
Quel 99% che non ritiene prioritario ridurre lo spread fra bund e btp, ma che vuole colmare lo spread fra la realtà e i propri sogni, che vuol tornare a decidere, riprendere parola sulla propria vita, sullo sviluppo del proprio territorio, sulla gestione dell'acqua, dei trasporti, dell’energia, sui beni comuni, sul lavoro, sull’economia.
Per questo, invitiamo i lavoratori del MEF a partecipare alle manifestazioni programmate nelle principali città d’Italia.
Siamo in credito di diritti, di democrazia, di welfare e siamo stanchi di leggere il nostro futuro.
Noi, vogliamo poterlo scrivere.

LAVORATORI AUTORGANIZZATI
Ministero dell’Economia e delle Finanze

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