Nessun colpevole, nessuna responsabilità: è questo il risultato della sentenza
emessa dalla Corte di Cassazione in merito alla vicenda Eternit.
Dopo due ore
di camera di consiglio, la Corte ha accolto la richiesta del Procuratore
Generale che aveva invocato l'annullamento, senza rinvio, della precedente
sentenza della Corte d'Appello di Torino nei confronti della ditta
elvetico-belga per intervenuta prescrizione.
Cancellata, dunque, con un colpo
di spugna la condanna a 18 anni per il reato di disastro ambientale doloso,
emessa nel giugno del 2013 a carico del magnate svizzero Stephen Schmidhein, ex
presidente del consiglio di amministrazione di Eternit.
E grazie alla
prescrizione, spariscono anche tutti i risarcimenti per i familiari delle
vittime.
I morti di tumore per l'inalazione delle polveri d'amianto emesse
negli stabilimenti italiani della multinazionale Eternit, dunque, sono una
tragica fatalità per i quali non esistono colpevoli.
La sentenza, quindi, è
da considerare come l'ennesimo schiaffo in faccia a chi è stato sacrificato
sull'altare del profitto, perché pretende ancora una volta di riscrivere e
cancellare la dolorosa verità che, invece, è sotto gli occhi di tutti, da
anni.
Gongola soddisfatto il padrone, che oggi può cullarsi sereno nel
verdetto che lo assolve definitivamente da ogni responsabilità e gli garantisce
il diritto di parlare con arroganza di quello che ritiene "un processo
ingiustificato" al suo operato.
Per questo la pronuncia della Corte di
Cassazione non è solo un insulto alle vittime dell'Eternit, ma è l'ennesima
vittoria dei padroni.
E' la conferma che i "tempi della giustizia" corrono
con velocità diverse, abusando degli strumenti, come la prescrizione, per
continuare ad assolvere sistematicamente il capitale, gli appetiti di potere e
di profitto.
Basta guardare le cronache dell’ultimo mese: annullamento della
condanna al Questore di Genova in uno dei processi per le violenze al G8 del
2001; assoluzione dei boss nel procedimento per le minacce a Roberto Saviano e
Rosaria Capacchione; assoluzione della Commissione Grandi Rischi, nell’ambito
delle inchieste per il terremoto in Abruzzo; assoluzione dei medici e delle
forze dell’ordine per la morte di Stefano Cucchi, omicidio di Stato senza
responsabili.
La sentenza nel maxi-processo Eternit è solo l’avvelenata
ciliegina sulla torta.
Il nostro pensiero, quindi, non può che correre alla
decine di condanne che vengono inflitte in questi giorni dai vari palazzi di
giustizia nei confronti di chi, invece, si oppone a questo sistema, di chi lotta
ogni giorno per difendere il lavoro, di chi reclama reddito e diritto
all'abitare, contro chi fa resistenza all'occupazione militare e alla
devastazione del territorio, di chi lacera coscienze e corpi; centinaia di imputati, migliaia di indagati,
decine di persone sottoposte alla restrizione della libertà, dall'obbligo o
divieto di dimora al foglio di via, agli arresti domiciliari, multe per migliaia
di euro, aule bunker stracolme, centinaia di anni di pena richiesti dalla
pubblica accusa, tutto questo mentre gli interessi del capitale
continuano ad essere tutelati, protetti, sollevati da ogni
responsabilità.
Per questo la sentenza non solo lascia senza colpevoli la
vicenda Eternit, ma rassicura e strizza l'occhio all'arroganza dei padroni,
confermando che ci sono priorità da tutelare che usciranno sempre indenni dalle
aule di giustizia: la logica del profitto e l'arricchimento ad ogni costo, a
discapito di salute, dignità e sicurezza dei lavoratori.
Molti parlano di
sentenza-beffa, si stracciano le vesti, strepitano e si dissociano; ma da che
cosa si dissociano se sono proprio loro gli artefici, i responsabili che
considerano sottoposti a scadenza, come uno yogurt, i reati di “disastro
ambientale doloso permanente” e di “omissione volontaria di cautele
antinfortunistiche”, dopo che hanno fatto ammalare e morire di tumore?
Questo
è il prezzo, l’obolo da pagare in questo procedimento di accusa contro l’amianto
assassino che ha falciato la vita di oltre tremila persone, operai dell’Eternit
e abitanti delle zone contaminate dal fibrocemento, mistura di cemento e amianto
a presa lenta ed elevata resistenza, adoperata per la realizzazione di tegole,
lastre e tubature.
Chi si sciacqua la bocca invocando "lo stato di diritto"
non ha compreso che esistono solo ed esclusivamente i rapporti di forza tra le
classi; tra le classi subalterne e quelle egemoni,
dominanti.
Il
capitalismo uccide e viene sempre salvato.
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