In piazza Alimonda arriviamo sempre
presto.
E' lì che incomincia il sentire con gli
occhi.
E' nella piazza chiusa al traffico che si apre la
memoria.
E rivediamo quell'anno, e tutti gli anni a
seguire.
I primi fiori, i primi striscioni, tutto in una calma quasi
irreale.
Dopo un anno rivedi le persone ed è come se le avessi viste il
giorno prima.
Si allestisce il palco, si parla sottovoce ma riusciamo lo stesso
a capirci.
Lasciamo che la mente e gli occhi vaghino e inevitabilmente
cerchiamo un punto preciso, ma distogliamo lo sguardo; non è ancora il tempo di ricordarti in quel punto, non è ancora il
tempo.
Ricordare quel giorno, malgrado quel punto lo ricordi tutti i
giorni.
I giorni in cui arrivano le notizie che in qualche altra parte di
questo Paese e nel mondo, c'è un altro punto diverso, eppure tragicamente
uguale.
In piazza Alimonda ci arriviamo presto e ce ne andiamo quasi per
ultimi, quando la musica tace e il traffico ricomincia a farsi
sentire.
Guardiamo ancora per un po’ quel luogo che prima era per noi un
luogo anonimo, che non ci apparteneva ed è lì che riscopriamo di essere noi ad
appartenergli perché è lì, il nostro modo di
resistere.
Per Carlo, per le tracce che non si vedono più ma si sentono
dentro al cuore, per le mille ferite e per i tanti compagni e fratelli che ci
hanno portato via.
Riprendiamoceli sabato 20 luglio e tutti i giorni che
verranno.
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