Ministero dell'Economia e delle Finanze

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mercoledì 3 aprile 2013

Dice il saggio....


C’è il corazziere ad honorem per gli immani sforzi compiuti per difendere le interferenze del Quirinale nelle indagini sulla trattativa Stato-mafia; c'è chi fu incaricato di studiare i costi della politica, ma alla fine si arrese stremato; c'è chi è associato allo studio dell'ex Presidente del Senato, dunque garante dell’Antitrust; c'è il solito banchiere uscito dai caveau di Bankitalia; c'è chi si vantava con l'ex Presidente del Consiglio per non avergli toccato le tv e il conflitto d’interessi; c'è il transfuga politico; c'è chi strepitò in aula contro gli "assassini" di Eluana; c'è l'ex indagato e poi prosciolto per la buona politica in Lucania; c'è il leghista che intascò una mazzetta e che con comodo, poi, la restituì.
Dunque, tutti molto saggi.
Niente donne, niente giovani, niente società civile, niente cultura, niente ricerca, niente diritti, niente di niente.
E' così evidente, quindi, che questi dieci "saggi" non rappresentano il paese reale, realisticamente lontani dai bisogni e dall'emergenze sociali del mondo del lavoro, che il loro unico scopo risulta essere solo quello di garantire la continuità della tecnocrazia neoliberale della BCE, sulla base di una cultura emergenziale con la quale, in questo paese, sono state fatte passare tutte le nefandezze possibili.
Scomparsa la centralità del lavoro dall'agenda politica, nessuna idea "saggia" potrà mai trovare soluzione ad una crisi sistemica come quella attuale.
Senza un radicale rifiuto per un modello economico fondato sulla centralità del profitto e della rendita finanziaria e, pertanto, senza una profonda trasformazione dei rapporti sociali, politici ed economici, non si potranno mai superare i disequilibri e le ingiustizie che i lavoratori stanno drammaticamente subendo.
La proroga del blocco dei contratti, già fermi dal 2009, delle retribuzioni e delle assunzioni a tutto il 2014; il salario accessorio diventato una chimera e il valore degli stipendi che diminuisce giorno dopo giorno; il taglio degli organici e l'aumento indiscriminato delle esternalizzazioni, dipingono un presente difficilissimo e una Pubblica Amministrazione senza futuro.
Senza contare l'imminente ghigliottina, pronta a decapitare quello che è rimasto dei  miseri salari dei lavoratori, composta dall'aumento dell'IVA, dell'IRPEF, dell'acconto dell'IMU e dall'ingresso della Tares.
I lavoratori, tutto questo lo conoscono bene perché lo vivono quotidianamente sulla loro pelle e non c'è bisogno certamente di "saggi", per spiegarlo.

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