Il 26 novembre 2012 è stato pubblicato sul sito della Fondazione CRUI il bando di selezione
per 34 posti di tirocinio presso gli uffici delle strutture del Ministero
dell’Economia e delle Finanze.
Il
bando, come già avvenuto negli anni passati, è il frutto di una convenzione,
rinnovata nel dicembre 2009, tra il nostro Ministero e le Università italiane
rappresentate dalla Conferenza dei rettori e offre “l’opportunità” ai laureandi
e ai neo-laureati di svolgere stage presso i Dipartimenti del Tesoro, delle
Finanze, del Dag e ora anche della RGS.
La
scadenza dei termini per la presentazione delle candidature da parte di studenti
neolaureati o laureandi in possesso delle abilità richieste, è fissata alle ore
13 del 7 dicembre 2012.
La
durata dei tirocini è di 4 mesi (periodo 28 gennaio 2013 – 28 maggio 2013) con
possibilità di proroga fino a 6 mesi.
Letto
così, con l'aria che tira in giro, uno stage al Ministero dell'Economia e delle
Finanze è considerato, di questi tempi, un’ottima
occasione.
L’esperienza
proposta, per i tanti giovani laureati o laureandi, che potrebbero essere i
nostri figli, è molto ambiziosa poiché, in considerazione dei requisiti
richiesti per concorrere, il percorso è ben definito e strutturato
adeguatamente.
Insomma,
non la solita routine quotidiana dell’impiegato statale ma un serio
arricchimento nell’elaborazione di studi e ricerche utili per gli uffici
ospitanti.
Appunto,
l’unico arricchimento è per il nostro dicastero poiché se si affronta il
capitolo del “rimborso spese” (il nostro Ministero lo chiama borsa di studio….)
ci accorgiamo che “l'importo lordo è fissato
sulla base delle presenze in ufficio, debitamente documentate, determinato in
euro 7,00 (sette) giornalieri”.
Un
euro e sedici centesimi l'ora.
Anzi,
c’è pure l’avvertenza che le “predette somme
sono oneri passivi di natura eventuale e saranno erogate ai tirocinanti
compatibilmente con le disponibilità nei relativi capitoli di bilancio e saranno
subordinate alle attività istituzionali di formazione ritenute prevalenti
rispetto all’erogazione di tali rimborsi
spese”.
Insomma,
l’euro e sedici centesimi l’ora non è detto che te lo diano.
Ci
viene da sorridere solo a pensare che la “Riforma del Lavoro”, da poco
approvata, sostiene che per esperienze di questo tipo dovrebbe essere
riconosciuta una “congrua indennità, anche
in forma forfettaria, in relazione alla prestazione
svolta”.
La
solita dizione di facciata, persino strenuamente avversata dai
padroni.
Un
concetto che l'esponente del governo dalla lacrima facile farebbe comunque bene
a chiarire anche al suo management, giacché una società interamente controllata
dal suo dicastero ha lanciato un progetto da 4,5 milioni di euro per avviare
3mila giovani alle professioni di “bottega”, scegliendo come modalità nemmeno
quella dell'apprendistato, ma proprio lo stage, meno tutelante per chi lo svolge
e meno costoso per le amministrazioni/aziende.
Al
Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, dunque, si predica bene ma si
razzola male.
Ma
sull’elemosina elargita, è intervenuto persino il Parlamento Europeo con una
mozione approvata prima dell'estate che sostiene che agli stagisti va
riconosciuta una “retribuzione decorosa”.
Ma
si sa, dall’Europa si recepiscono solo i tagli al welfare e le macellerie
sociali.
Intanto,
i “percorsi di arricchimento
personale” e di “progetto
formativo” proseguono e i tanti giovani continuano a supplire
all’enorme carenza di personale nella Pubblica Amministrazione derivante dalle
infami politiche perseguite in tema di blocco del turn
over.
Così,
come nel privato, anche nel pubblico si persevera a usufruire di braccia e teste
fresche e volenterose a basso costo, spesso completamente gratis e senza alcun
diritto.
Insomma,
sfruttamento e manodopera a costo zero.
Ne
sa qualcosa anche il nostro Ministero.
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