Ministero dell'Economia e delle Finanze

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lunedì 3 dicembre 2012

Sanità: l'affondo finale.


Via gli ospedali: costano troppo.
E i malati? Pazienza, si arrangino.
Chi se lo può permettere, si rivolgerà a cliniche private.
Neppure i peggiori del passato erano mai arrivati a tanto; infatti, minacciare di chiudere il servizio sanitario nazionale, per presunta mancanza di fondi, è l’ennesimo record del salvatore della patria spedito a Palazzo Chigi direttamente dalla Goldman Sachs, dal club Bilderberg e dalla Trilaterale.
Presto, ha dichiarato il Presidente del Consiglio, non sarà più possibile garantire la sostenibilità finanziaria del sistema sanitario nazionale.
Certo, nei giorni seguenti, il professore della Bocconi ha corretto il tiro dichiarando che è necessario trovare altre modalità per sostenere i costi della sanità pubblica e che nessuno ha l'intenzione di privatizzare.
Dopo l’attacco frontale al lavoro e alle pensioni, insieme alle tante "patrimoniali sui poveri" varate a suon di tasse, ecco l’affondo finale contro il cuore del welfare italiano: il sistema sanitario nazionale, considerato il primo in Europa per qualità e capillarità territoriale, al pari di quello francese.
Nonostante gli infinti scandali e le croniche magagne, gli ospedali continuano a far gola a chi li vorrebbe privatizzare, tagliando servizi per moltiplicare profitti.
Il gioco va avanti da decenni, con politici infedeli che dirottano fondi per degradare il servizio, esternalizzarne interi settori e spingere i cittadini esasperati verso strutture private che, per la diagnostica, garantiscono tempi celeri.
Ma solo l'attuale capo del governo è arrivato, anche in questo campo, a intimidire direttamente la comunità nazionale italiana: il diritto alla salute, sancito dalla Costituzione, non sarà più garantito.
Grazie, naturalmente, al solito alibi contabile: "non ci sono più soldi" è la versione sanitaria del "lo vuole l’Europa" che, poi, è esattamente la stessa cosa.
Lo vuole l’Europa?
Certo, perché l’Europa di Maastricht, quella modellata dalle lobby finanziarie mondiali, ha creato una sorta di "mostro" antidemocratico che, semplicemente, con un atto di imperio, taglia i viveri agli Stati con una irresponsabilità criminale e una totale indifferenza nei confronti di sofferenze sociali che, solo qualche anno fa, nessuno avrebbe mai immaginato potessero tornare a tormentare i cittadini del vecchio continente.
I poveri ridotti in miseria, gli operai mortificati ogni giorno, i giovani privati di qualsiasi speranza di futuro.
E il ceto medio produttivo e risparmiatore, il popolo dei "consumatori", ormai in preda al panico a causa di un impoverimento rapido, progressivo e inesorabile, senza un barlume di luce in fondo al tunnel.
Famiglie sul lastrico, aziende che chiudono, piccoli imprenditori disperati, dipendenti lasciati a casa.
E’ la spirale della recessione: meno consumi, più crisi e, quindi, ancora meno consumi e ancora più crisi.
Non ci sono soldi?
Peccato, però, che la politica economica fin qui perseguita ne elargisce a piene mani alle banche, basti pensare alla nuova richiesta del Mps di 3,9 miliardi di Monti/bond (dopo averne già ricevuto 2 miliardi lo scorso giugno e 1,9 miliardi di Tremonti/bond nel 2009) o alla produzione bellica con l'acquisto dei cacciabombardieri F35.
Inserito nella Carta Costituzionale l’orrore del "pareggio di bilancio" previsto dal Fiscal Compact, ormai lo Stato è stato declassato al rango di azienda, proprio come viene sostenuto dalla scuola economica da cui proviene il Presidente del Consiglio.
L’Eurozona è divenuta una sorta di prigione, affollata di ex cittadini trasformati in sudditi e sottoposti al ricatto della paura.
E il peggio è che la politica, la stessa politica che ha permesso tutto questo a suon di trattati varati in modo semi-clandestino, sostanzialmente all’insaputa dei cittadini e senza mai uno straccio di validazione democratica, continua a tacere, intrattenendo il pubblico con le facezie delle primarie.
Insomma, siamo ormai di fronte ad una drammatica perdita di sovranità democratica.
Fino alle estreme conseguenze: la minaccia della chiusura del sistema sanitario nazionale.

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