Il
Sottosegretario di Stato al MEF, il Prof. Gianfranco Polillo, ha invitato le
organizzazioni sindacali a partecipare all'incontro fissato per oggi, alle ore
11.00, sull'attuazione di quanto previsto dall'art. 3 comma 165 della legge
350/03, la cosiddetta Cartolarizzazione.
Pur non essendoci, ci immaginiamo che il Professore spieghi
ai presenti sindacalisti, che nei giorni scorsi si sono accapigliati per
rivendicare il merito della convocazione, il motivo di una così iniqua ed
evidente sperequazione in relazione alla ripartizione delle somme tra le varie
anime del dicastero, peraltro già messa in atto lo scorso anno.
Su questo punto, però, crediamo che il Sottosegretario abbia
poche cose da dire; così come la "favola" di possibili integrazioni delle
risorse disponibili, penosa strategia di marketing utilizzata ad arte da
qualcuno e sventolata come viatico nei confronti di una ingiustificata
difformità nell'assegnazione delle somme tra l'amministrazione finanziaria e
quella economica, lascia il tempo che trova.
Alla fine della fiera, come al solito, sigleranno tutti
l'accordo come hanno fatto l'anno scorso, sbeffeggiando le firme dei tanti
lavoratori che, ancora una volta, sono caduti nell'inganno.
Ma in realtà, la nostra forte perplessità è che sia proprio
lui, il Sottosegretario di Stato al MEF, il Prof. Gianfranco Polillo, la persona
più idonea per argomentare e rendere comprensibili ai lavoratori concetti quali
equità, obiettività, correttezza, equanimità ed equilibrio; perché, in caso
contrario, sarebbe auspicabile che spieghi come si possa conciliare, in una
fase così terribile per tante famiglie, dove un giovane su tre è
disoccupato, dove molti perdono il lavoro, lo stipendio e vedono allungare l'età
pensionabile e falcidiare la propria pensione, che un rappresentante politico di
questo governo, ormai giunto al capolinea, possa percepire un vitalizio d'oro di
"solo" 20mila euro lordi al
mese.
A questa
povera pensione sociale, si deve aggiungere anche il misero "stipendio" di
15mila euro lordi al mese come Sottosegretario di
Stato.
Chissà, forse i rappresentanti delle organizzazioni
sindacali seduti con lui al tavolo, sdegnati si "faranno sentire"
e pretenderanno, anziché lasciarsi andare ai soliti salamelecchi, reverenze e
convenevoli verso il politico di turno, tipici degli incontri di questo
genere, chiarimenti e argomentazioni valide.
Mah!!
Sarà così?
Non ne
siamo troppo convinti.
Si accontenteranno di farsi ripetere quello che il Sottosegretario,
per giustificare la ragguardevole pensione che intasca ogni mese, ha
sostenuto in uno dei tanti salotti televisivi di cui è un habitué accanito:
"prendo circa 20mila euro lordi di pensione al mese, ma il massimo di ferie
che ho fatto nella mia vita è di venticinque giorni consecutivi. Ora andate a
leggervi il contratto dei metalmeccanici. Leggetevelo.
Leggete quante sono per contratto le vacanze attribuite alla categoria dei metalmeccanici. Un operaio con dieci anni di anzianità ha cinque settimane di ferie all’anno, quindici giorni di permessi retribuiti e totalizza due mesi di vacanze all’anno".
Leggete quante sono per contratto le vacanze attribuite alla categoria dei metalmeccanici. Un operaio con dieci anni di anzianità ha cinque settimane di ferie all’anno, quindici giorni di permessi retribuiti e totalizza due mesi di vacanze all’anno".
Un ragionamento perfettamente coerente con quanto dichiarò lo
scorso giugno quando disse "rinunciando ad una settimana di ferie il Pil
aumenterebbe di un punto di percentuale" o con la sua ultima boutade di
martedì scorso quando, parlando della Germania, ha dichiarato: "a loro va
meglio perché là, la gente lavora".
Chissà che cosa
avrebbe detto Isabella, sentendo questa dichiarazione di Mister 35mila euro al
mese.
Sì, Isabella Viola,
mamma di 4 bambini, stroncata a soli 34 anni da un malore su una banchina della
metropolitana di Roma, lo scorso 18 novembre.
Isabella si svegliava ogni mattina alle 4, quando è ancora buio, per andare al lavoro a Roma; saliva sul bus che da Torvaianica percorre la Pontina fino a raggiungere la stazione della metro A di Laurentina. Poi, cambiava a Termini e saliva sulla metro B, fino a Furio Camillo, al Tuscolano dove lavorava in un Bar.
Isabella si svegliava ogni mattina alle 4, quando è ancora buio, per andare al lavoro a Roma; saliva sul bus che da Torvaianica percorre la Pontina fino a raggiungere la stazione della metro A di Laurentina. Poi, cambiava a Termini e saliva sulla metro B, fino a Furio Camillo, al Tuscolano dove lavorava in un Bar.
Così, a tarda sera,
ritornava a casa quando era di nuovo buio facendo lo stesso percorso al
contrario, le stesse metropolitane, lo stesso bus.
Ogni santissimo
giorno, anche di domenica.
Isabella si
era ammalata e da tempo non si sentiva bene, ma non poteva smettere di alzarsi
alle 4 di mattina perché il
marito aveva perso il lavoro e ci sono le bollette da pagare, il mutuo
e i suoi 4 bimbi da crescere di 4, 6, 9 e 11
anni.
Non aveva nessun contratto, alcun
diritto, non poteva restare a casa in malattia perché se non andava al lavoro
non veniva pagata.
Isabella non si
poteva fermare, non poteva perdere quei 55 euro al giorno ed è per questo che si
è consumata fino a morire su una banchina della metrò.
Si è fermata
lì.
Non c'è che dire, Mister 35.000 euro al mese è proprio
l'interlocutore più appropriato per fornire garanzie ai lavoratori del MEF,
ormai avvolti in un progressivo e inarrestabile processo di impoverimento
generale e di lotta quotidiana per la sopravvivenza.
Tutti a tavola, quindi, e buona
riunione!