Ministero dell'Economia e delle Finanze

Ministero dell'Economia e delle Finanze

lunedì 10 dicembre 2012

CARTOLARIZZAZIONE: Mister 35mila euro.


Il Sottosegretario di Stato al MEF, il Prof. Gianfranco Polillo, ha invitato le organizzazioni sindacali a partecipare all'incontro fissato per oggi, alle ore 11.00, sull'attuazione di quanto previsto dall'art. 3 comma 165 della legge 350/03, la cosiddetta Cartolarizzazione.
Pur non essendoci, ci immaginiamo che il Professore spieghi ai presenti sindacalisti, che nei giorni scorsi si sono accapigliati per rivendicare il merito della convocazione, il motivo di una così iniqua ed evidente sperequazione in relazione alla ripartizione delle somme tra le varie anime del dicastero, peraltro già messa in atto lo scorso anno.
Su questo punto, però, crediamo che il Sottosegretario abbia poche cose da dire; così come la "favola" di possibili integrazioni delle risorse disponibili, penosa strategia di marketing utilizzata ad arte da qualcuno e sventolata come viatico nei confronti di una ingiustificata difformità nell'assegnazione delle somme tra l'amministrazione finanziaria e quella economica, lascia il tempo che trova.
Alla fine della fiera, come al solito, sigleranno tutti l'accordo come hanno fatto l'anno scorso, sbeffeggiando le firme dei tanti lavoratori che, ancora una volta, sono caduti nell'inganno.
Ma in realtà, la nostra forte perplessità è che sia proprio lui, il Sottosegretario di Stato al MEF, il Prof. Gianfranco Polillo, la persona più idonea per argomentare e rendere comprensibili ai lavoratori concetti quali equità, obiettività, correttezza, equanimità ed equilibrio; perché, in caso contrario, sarebbe auspicabile che spieghi come si possa conciliare, in una fase così terribile per tante famiglie, dove un giovane su tre è disoccupato, dove molti perdono il lavoro, lo stipendio e vedono allungare l'età pensionabile e falcidiare la propria pensione, che un rappresentante politico di questo governo, ormai giunto al capolinea, possa percepire un vitalizio d'oro di "solo" 20mila euro lordi al mese.
A questa povera pensione sociale, si deve aggiungere anche il misero "stipendio" di 15mila euro lordi al mese come Sottosegretario di Stato.
Chissà, forse i rappresentanti delle organizzazioni sindacali seduti con lui al tavolo, sdegnati si "faranno sentire" e pretenderanno, anziché lasciarsi andare ai soliti salamelecchi, reverenze e convenevoli verso il politico di turno, tipici degli incontri di questo genere, chiarimenti e argomentazioni valide.
Mah!!
Sarà così?
Non ne siamo troppo convinti.
Si accontenteranno di farsi ripetere quello che il Sottosegretario, per giustificare la ragguardevole pensione che intasca ogni mese, ha sostenuto in uno dei tanti salotti televisivi di cui è un habitué accanito: "prendo circa 20mila euro lordi di pensione al mese, ma il massimo di ferie che ho fatto nella mia vita è di venticinque giorni consecutivi. Ora andate a leggervi il contratto dei metalmeccanici. Leggetevelo.
Leggete quante sono per contratto le vacanze attribuite alla categoria dei metalmeccanici. Un operaio con dieci anni di anzianità ha cinque settimane di ferie all’anno, quindici giorni di permessi retribuiti e totalizza due mesi di vacanze all’anno".
Un ragionamento perfettamente coerente con quanto dichiarò lo scorso giugno quando disse "rinunciando ad una settimana di ferie il Pil aumenterebbe di un punto di percentuale" o con la sua ultima boutade di martedì scorso quando, parlando della Germania, ha dichiarato: "a loro va meglio perché là, la gente lavora".
 
Chissà che cosa avrebbe detto Isabella, sentendo questa dichiarazione di Mister 35mila euro al mese.
Sì, Isabella Viola, mamma di 4 bambini, stroncata a soli 34 anni da un malore su una banchina della metropolitana di Roma, lo scorso 18 novembre.
Isabella si svegliava ogni mattina alle 4, quando è ancora buio, per andare al lavoro a Roma; saliva sul bus che da Torvaianica percorre la Pontina fino a raggiungere la stazione della metro A di Laurentina.
Poi, cambiava a Termini e saliva sulla metro B, fino a Furio Camillo, al Tuscolano dove lavorava in un Bar.
Così, a tarda sera, ritornava a casa quando era di nuovo buio facendo lo stesso percorso al contrario, le stesse metropolitane, lo stesso bus.
Ogni santissimo giorno, anche di domenica.
Isabella si era ammalata e da tempo non si sentiva bene, ma non poteva smettere di alzarsi alle 4 di mattina perché il marito aveva perso il lavoro e ci sono le bollette da pagare, il mutuo e i suoi 4 bimbi da crescere di 4, 6, 9 e 11 anni.
Non aveva nessun contratto, alcun diritto, non poteva restare a casa in malattia perché se non andava al lavoro non veniva pagata.
Isabella non si poteva fermare, non poteva perdere quei 55 euro al giorno ed è per questo che si è consumata fino a morire su una banchina della metrò.
Si è fermata lì.
 
Non c'è che dire, Mister 35.000 euro al mese è proprio l'interlocutore più appropriato per fornire garanzie ai lavoratori del MEF, ormai avvolti in un progressivo e inarrestabile processo di impoverimento generale e di lotta quotidiana per la sopravvivenza.
 
Tutti a tavola, quindi, e buona riunione!

lunedì 3 dicembre 2012

Un euro e sedici centesimi.


Il 26 novembre 2012 è stato pubblicato sul sito della Fondazione CRUI il bando di selezione per 34 posti di tirocinio presso gli uffici delle strutture del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Il bando, come già avvenuto negli anni passati, è il frutto di una convenzione, rinnovata nel dicembre 2009, tra il nostro Ministero e le Università italiane rappresentate dalla Conferenza dei rettori e offre “l’opportunità” ai laureandi e ai neo-laureati di svolgere stage presso i Dipartimenti del Tesoro, delle Finanze, del Dag e ora anche della RGS.
La scadenza dei termini per la presentazione delle candidature da parte di studenti neolaureati o laureandi in possesso delle abilità richieste, è fissata alle ore 13 del 7 dicembre 2012.
La durata dei tirocini è di 4 mesi (periodo 28 gennaio 2013 – 28 maggio 2013) con possibilità di proroga fino a 6 mesi.
Letto così, con l'aria che tira in giro, uno stage al Ministero dell'Economia e delle Finanze è considerato, di questi tempi, un’ottima occasione.
L’esperienza proposta, per i tanti giovani laureati o laureandi, che potrebbero essere i nostri figli, è molto ambiziosa poiché, in considerazione dei requisiti richiesti per concorrere, il percorso è ben definito e strutturato adeguatamente.
Insomma, non la solita routine quotidiana dell’impiegato statale ma un serio arricchimento nell’elaborazione di studi e ricerche utili per gli uffici ospitanti.
Appunto, l’unico arricchimento è per il nostro dicastero poiché se si affronta il capitolo del “rimborso spese” (il nostro Ministero lo chiama borsa di studio….) ci accorgiamo che “l'importo lordo è fissato sulla base delle presenze in ufficio, debitamente documentate, determinato in euro 7,00 (sette) giornalieri”.
Un euro e sedici centesimi l'ora.
Anzi, c’è pure l’avvertenza che le “predette somme sono oneri passivi di natura eventuale e saranno erogate ai tirocinanti compatibilmente con le disponibilità nei relativi capitoli di bilancio e saranno subordinate alle attività istituzionali di formazione ritenute prevalenti rispetto all’erogazione di tali rimborsi spese”.
Insomma, l’euro e sedici centesimi l’ora non è detto che te lo diano.

Ci viene da sorridere solo a pensare che la “Riforma del Lavoro”, da poco approvata, sostiene che per esperienze di questo tipo dovrebbe essere riconosciuta una “congrua indennità, anche in forma forfettaria, in relazione alla prestazione svolta”.
La solita dizione di facciata, persino strenuamente avversata dai padroni.
Un concetto che l'esponente del governo dalla lacrima facile farebbe comunque bene a chiarire anche al suo management, giacché una società interamente controllata dal suo dicastero ha lanciato un progetto da 4,5 milioni di euro per avviare 3mila giovani alle professioni di “bottega”, scegliendo come modalità nemmeno quella dell'apprendistato, ma proprio lo stage, meno tutelante per chi lo svolge e meno costoso per le amministrazioni/aziende.
Al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, dunque, si predica bene ma si razzola male.
Ma sull’elemosina elargita, è intervenuto persino il Parlamento Europeo con una mozione approvata prima dell'estate che sostiene che agli stagisti va riconosciuta una “retribuzione decorosa”.
Ma si sa, dall’Europa si recepiscono solo i tagli al welfare e le macellerie sociali.
Intanto, i “percorsi di arricchimento personale” e di “progetto formativo” proseguono e i tanti giovani continuano a supplire all’enorme carenza di personale nella Pubblica Amministrazione derivante dalle infami politiche perseguite in tema di blocco del turn over.
Così, come nel privato, anche nel pubblico si persevera a usufruire di braccia e teste fresche e volenterose a basso costo, spesso completamente gratis e senza alcun diritto.
Insomma, sfruttamento e manodopera a costo zero.
Ne sa qualcosa anche il nostro Ministero.

Sanità: l'affondo finale.


Via gli ospedali: costano troppo.
E i malati? Pazienza, si arrangino.
Chi se lo può permettere, si rivolgerà a cliniche private.
Neppure i peggiori del passato erano mai arrivati a tanto; infatti, minacciare di chiudere il servizio sanitario nazionale, per presunta mancanza di fondi, è l’ennesimo record del salvatore della patria spedito a Palazzo Chigi direttamente dalla Goldman Sachs, dal club Bilderberg e dalla Trilaterale.
Presto, ha dichiarato il Presidente del Consiglio, non sarà più possibile garantire la sostenibilità finanziaria del sistema sanitario nazionale.
Certo, nei giorni seguenti, il professore della Bocconi ha corretto il tiro dichiarando che è necessario trovare altre modalità per sostenere i costi della sanità pubblica e che nessuno ha l'intenzione di privatizzare.
Dopo l’attacco frontale al lavoro e alle pensioni, insieme alle tante "patrimoniali sui poveri" varate a suon di tasse, ecco l’affondo finale contro il cuore del welfare italiano: il sistema sanitario nazionale, considerato il primo in Europa per qualità e capillarità territoriale, al pari di quello francese.
Nonostante gli infinti scandali e le croniche magagne, gli ospedali continuano a far gola a chi li vorrebbe privatizzare, tagliando servizi per moltiplicare profitti.
Il gioco va avanti da decenni, con politici infedeli che dirottano fondi per degradare il servizio, esternalizzarne interi settori e spingere i cittadini esasperati verso strutture private che, per la diagnostica, garantiscono tempi celeri.
Ma solo l'attuale capo del governo è arrivato, anche in questo campo, a intimidire direttamente la comunità nazionale italiana: il diritto alla salute, sancito dalla Costituzione, non sarà più garantito.
Grazie, naturalmente, al solito alibi contabile: "non ci sono più soldi" è la versione sanitaria del "lo vuole l’Europa" che, poi, è esattamente la stessa cosa.
Lo vuole l’Europa?
Certo, perché l’Europa di Maastricht, quella modellata dalle lobby finanziarie mondiali, ha creato una sorta di "mostro" antidemocratico che, semplicemente, con un atto di imperio, taglia i viveri agli Stati con una irresponsabilità criminale e una totale indifferenza nei confronti di sofferenze sociali che, solo qualche anno fa, nessuno avrebbe mai immaginato potessero tornare a tormentare i cittadini del vecchio continente.
I poveri ridotti in miseria, gli operai mortificati ogni giorno, i giovani privati di qualsiasi speranza di futuro.
E il ceto medio produttivo e risparmiatore, il popolo dei "consumatori", ormai in preda al panico a causa di un impoverimento rapido, progressivo e inesorabile, senza un barlume di luce in fondo al tunnel.
Famiglie sul lastrico, aziende che chiudono, piccoli imprenditori disperati, dipendenti lasciati a casa.
E’ la spirale della recessione: meno consumi, più crisi e, quindi, ancora meno consumi e ancora più crisi.
Non ci sono soldi?
Peccato, però, che la politica economica fin qui perseguita ne elargisce a piene mani alle banche, basti pensare alla nuova richiesta del Mps di 3,9 miliardi di Monti/bond (dopo averne già ricevuto 2 miliardi lo scorso giugno e 1,9 miliardi di Tremonti/bond nel 2009) o alla produzione bellica con l'acquisto dei cacciabombardieri F35.
Inserito nella Carta Costituzionale l’orrore del "pareggio di bilancio" previsto dal Fiscal Compact, ormai lo Stato è stato declassato al rango di azienda, proprio come viene sostenuto dalla scuola economica da cui proviene il Presidente del Consiglio.
L’Eurozona è divenuta una sorta di prigione, affollata di ex cittadini trasformati in sudditi e sottoposti al ricatto della paura.
E il peggio è che la politica, la stessa politica che ha permesso tutto questo a suon di trattati varati in modo semi-clandestino, sostanzialmente all’insaputa dei cittadini e senza mai uno straccio di validazione democratica, continua a tacere, intrattenendo il pubblico con le facezie delle primarie.
Insomma, siamo ormai di fronte ad una drammatica perdita di sovranità democratica.
Fino alle estreme conseguenze: la minaccia della chiusura del sistema sanitario nazionale.