Gentili
colleghi,
alcuni di voi ci
hanno inviato il comunicato a firma dei Lavoratori Autorganizzati del CED di
Latina, e che vi riportiamo integralmente, con la richiesta di
ottenere informazioni in merito unitamente a conoscerne la fonte.
Su questo specifico
punto, chiariamo immediatamente che non conosciamo l'estensore o gli estensori
ma, tuttavia, non crediamo che questo sia l'aspetto sul quale porre
l'attenzione.
Infatti, per quanto
concerne il contenuto del
documento, per quanto ci riguarda, questo è condivisibile su molti dei punti
evidenziati così come l'analisi, nel suo complesso, merita sicuramente
apprezzamento.
Detto questo, però,
pur essendo sempre più convinti che l'autorganizzazione dei lavoratori sia
l'unica strada possibile da percorrere considerato il desolante panorama, sia
culturale che sindacale, che ogni giorno ammiriamo dal nostro posto di
lavoro, questa ha un senso se si
costruiscono le sue fondamenta con la partecipazione collettiva e la
condivisione delle iniziative.
La direzione in cui procede il nostro lavoro,
infatti, è quella della costruzione di una vera e propria rete condivisa,
democratica, partecipata dei lavoratori del MEF, che ha una propria linea ma non
è "di linea", nel senso che non è megafono di nessuno.
Ed è in questa direzione che abbiamo chiesto e chiediamo
ancora oggi ai colleghi del MEF di aprire un confronto ampio per la costruzione
di una rete di lotta, dal basso, allargata con quanti si riconoscono in questa
breve presentazione del progetto.
La proposta, in concreto, è quella di costruire collettivi di lotta in ogni singolo posto di lavoro, senza contaminarsi da realtà pseudo sindacali, che si assumano il compito di documentare i processi di resistenza, così come di collegare in una rete comune gli strumenti di comunicazione libera.
La prospettiva è quella di arricchire ulteriormente la capacità informativa dei lavoratori del MEF, estendere il più possibile la raccolta d’informazioni, migliorare la strutturazione della comunicazione, strutturare al meglio la collaborazione con chi vive quotidianamente l'alienazione dello sfruttamento.
La proposta, in concreto, è quella di costruire collettivi di lotta in ogni singolo posto di lavoro, senza contaminarsi da realtà pseudo sindacali, che si assumano il compito di documentare i processi di resistenza, così come di collegare in una rete comune gli strumenti di comunicazione libera.
La prospettiva è quella di arricchire ulteriormente la capacità informativa dei lavoratori del MEF, estendere il più possibile la raccolta d’informazioni, migliorare la strutturazione della comunicazione, strutturare al meglio la collaborazione con chi vive quotidianamente l'alienazione dello sfruttamento.
Ben vengano, quindi,
forme di autorganizzazione dei lavoratori in ogni posto di lavoro ma solo a
condizione che ne si condividano esperienze, bisogni e necessità.
Insomma, autorganizzare, insieme, le
lotte.
Cordiali
saluti.
Lavoratori
Autorganizzati MEF
CALL
CENTER DI LATINA: PIATTAFORMA RIVENDICATIVA CED LATINA
In data 10/11/12 si è tenuta un’assemblea esterna al posto di lavoro dei Lavoratori Autorganizzati del CED di Latina. L’assemblea ha preso atto del notevole disagio che in più occasioni i lavoratori del Call Center del Tesoro di Latina, hanno espresso per l’aumento del carico di lavoro e per i disservizi sorti alla nascita del nuovo portale PA.
L’assemblea ritiene di dover rimarcare, con atti formali e sostanziali, da mettere in campo nei confronti dell’Amministrazione Centrale e Periferica, il malessere che grava sugli operatori del Call Center.
L’assemblea ha preso inoltre atto delle proteste provenienti dai colleghi, (vedi lettera di trasferimento ad altri incarichi), già notificate all’amministrazione , esprimendo nel contempo piena solidarietà al movimento di lotta costituitosi.
L’assemblea dei Lavoratori Autorganizzati del CED di Latina ha tuttavia evidenziato la necessità di addivenire al più presto alla definizione di una piattaforma rivendicativa di posto di lavoro, capace di omogeneizzare le rivendicazioni e di individuare obiettivi reali legati alla crescita professionale ed al conseguente riconoscimento economico delle funzioni svolte.
A tale proposito l’assemblea ha avanzato le seguenti proposte:
a) per le attività svolte in materia di assistenza 730 si richiede il riconoscimento giuridico della figura di CONSULENTE TRIBUTARIO ADDETTO AL SERVIZIO TELEFONICO. Considerata la pregnanza dei compiti affidati agli operatori stessi, non ultima la rilevanza esterna delle consulenze date, si richiede l’inquadramento nell’area C;
b) riconoscimento della qualificata esperienza nello svolgimento dell’attività di consulente. Per ogni anno di servizio prestato nel Call Center si richiede l’acquisizione, automatica e non discrezionale, di un credito formativo spendibile ai fini della progressione di carriera;
c) in considerazione dell’attività fortemente logorante svolta dagli operatori, ai carichi di lavoro fortemente stressanti, si richiede l’equiparazione del lavoro di consulente ,all’ attività logoranti con conseguente godimento delle prerogative riservate ai lavori usuranti;
d) le responsabilità cui vengono chiamati gli operatori non sono supportate da un’adeguata formazione. Quest’ultima, attualmente, viene sostanzialmente sopperita dall’autoformazione degli addetti stessi. Si richiedono corsi, a cadenza almeno trimestrale, gestiti da docenti qualificati, provenienti dalla Scuola Superiore di Economia e finanza. Va garantito il materiale per l’aggiornamento (libri e riviste specializzate) il cui onere grava, attualmente, solo sui lavoratori;
e) i carichi di lavoro, unitamente al livello di responsabilità ed alle carenze di personale, rendono oltremodo penosa l’attività di consulente. La consulenza telefonica viene a tutt’oggi svolta fino al limite massimo di sette ore e mezzo (7.30) ore, 5 ore la mattina, mezzora di pausa pranzo (solo di recente introdotta ) e 2.30 ore il pomeriggio. L’orario di servizio del Call Center fino al limite massimo di sette ore e mezzo (7.30) è assicurato, mattina e pomeriggio non attraverso turni di lavoro,( cosa ottimale e caratteristica di tutte le organizzazioni di strutture che offrono servizi di Call Center ) ma il presidio delle postazioni telefoniche del Numero Verde è garantito, con risorse minimali di lavoratori in attività di rientro finalizzata alla settimana corta, recupero permessi e straordinario. L’organico attuale è sottodimensionato rispetto al numero reale di postazioni telefoniche, 29 operatori per un totale di 37 postazioni. Si ritiene urgente determinare un nuovo contingente di personale che incrementi gli attuali addetti del Front-End e la rivisitazione dell’ organizzazione dell’orario di lavoro, con l’introduzione delle turnazioni, che limiterebbe il tipo d’attività altamente logorante del Servizo di addetto al Call Center. La mancata accettazione di dette proposte vedrà, necessariamente, comportare vertenze locali a difesa della salute dei lavoratori;
f) l’inefficienza e l’inefficacia dell’attuale attività del servizio del Call Center, per inadempienze da parte dell’amministrazione nel prendere decisioni e provvedimenti atti alla soluzione delle problematiche che da tempo affliggono tale struttura, non hanno fatto nient’altro che rendere l’attività di “back office” preponderate, scaricando su tale struttura un aumento notevole di Incident da trattare e riducendo notevolmente il tempo necessario alla formazione ed all’autoformazione. Tale situazione sicuramente nuoce all’efficienza del servizio ed aggrava irrimediabilmente la condizione lavorativa degli addetti all’attività.
g) il numero di risposte telefoniche che il call Center deve assicurare quotidianamente non è stato ancora definito, tuttavia, agli operatori viene ambiguamente richiesto di garantire una risposta all’80% delle domande telefoniche pervenute. La mancanza di un numero massimo di chiamate di riferimento, rende sconcertante la pretesa dell’Amministrazione. Urge aprire una concreta e responsabile discussione sull’effettivo carico di chiamate sopportabile dai lavoratori che salvaguardi la qualità del servizio, la professionalità e le condizioni psico-fisiche degli addetti;
h) la scarsa incentivazione economica, nei confronti dei lavoratori del Servizio d’Assistenza nella sua interezza ( Front e Back-office ) attualmente erogata, avrebbe l’ambizione di risarcire gli operatori della particolare penosita’ dell’attività che sono chiamati a svolgere. L’incentivazione sicuramente non assolve a detto compito e si dimostra economicamente irrisoria se si considerano gli aggravi che bisogna sopportare per ottenerla. In verità gli operatori sottoposti a carichi di lavoro diversi dagli altri uffici, costretti a continuo e faticoso aggiornamento, sottoposti a nocive emissioni elettromagnetiche, a pressione psicologica derivante dal colloquio con il contribuente, sono sicuramente non remunerati adeguatamente. Si richiede che gli attuali e pochi incentivi si trasformino in riconoscimento professionale legato alla specificità dell’attività svolta. Va pertanto rigettata l’attuale impostazione che vede l’incentivazione finanziata dal fondo d’amministrazione con conseguente danno per gli altri colleghi costretti a tirare dalla propria parte la coperta corta. Si chiede pertanto che l’incentivo si trasformi in indennità professionale e stabile voce dello stipendio.
i) visite periodiche di accertamento delle condizioni psico-fisiche. Nonostante l’esposizione dei lavoratori ad attività nociva e logorante, l’amministrazione non si preoccupa di garantire costanti e non superficiali, indagini sanitarie.
Alla luce di quanto esposto l’assemblea dei Lavoratori Autorganizzati del CED di Latina, invita tutti i colleghi del Call Center ad intervenire con proposte o emendamenti alla presente piattaforma. Invita inoltre la RSU di posto di lavoro e i sindacati tutti a farsi promotrice delle rivendicazioni sopra elencate e di quelle che perverranno in conseguenza del dibattito.
L’assemblea degli Autorganizzati infine ritiene ed invita l’RSU ad indire assemblea di tutto il personale del CED di Latina ritenendo che le attuali situazioni di lavoro e di salute, non riguardino solo gli addetti al Call Center.
In data 10/11/12 si è tenuta un’assemblea esterna al posto di lavoro dei Lavoratori Autorganizzati del CED di Latina. L’assemblea ha preso atto del notevole disagio che in più occasioni i lavoratori del Call Center del Tesoro di Latina, hanno espresso per l’aumento del carico di lavoro e per i disservizi sorti alla nascita del nuovo portale PA.
L’assemblea ritiene di dover rimarcare, con atti formali e sostanziali, da mettere in campo nei confronti dell’Amministrazione Centrale e Periferica, il malessere che grava sugli operatori del Call Center.
L’assemblea ha preso inoltre atto delle proteste provenienti dai colleghi, (vedi lettera di trasferimento ad altri incarichi), già notificate all’amministrazione , esprimendo nel contempo piena solidarietà al movimento di lotta costituitosi.
L’assemblea dei Lavoratori Autorganizzati del CED di Latina ha tuttavia evidenziato la necessità di addivenire al più presto alla definizione di una piattaforma rivendicativa di posto di lavoro, capace di omogeneizzare le rivendicazioni e di individuare obiettivi reali legati alla crescita professionale ed al conseguente riconoscimento economico delle funzioni svolte.
A tale proposito l’assemblea ha avanzato le seguenti proposte:
a) per le attività svolte in materia di assistenza 730 si richiede il riconoscimento giuridico della figura di CONSULENTE TRIBUTARIO ADDETTO AL SERVIZIO TELEFONICO. Considerata la pregnanza dei compiti affidati agli operatori stessi, non ultima la rilevanza esterna delle consulenze date, si richiede l’inquadramento nell’area C;
b) riconoscimento della qualificata esperienza nello svolgimento dell’attività di consulente. Per ogni anno di servizio prestato nel Call Center si richiede l’acquisizione, automatica e non discrezionale, di un credito formativo spendibile ai fini della progressione di carriera;
c) in considerazione dell’attività fortemente logorante svolta dagli operatori, ai carichi di lavoro fortemente stressanti, si richiede l’equiparazione del lavoro di consulente ,all’ attività logoranti con conseguente godimento delle prerogative riservate ai lavori usuranti;
d) le responsabilità cui vengono chiamati gli operatori non sono supportate da un’adeguata formazione. Quest’ultima, attualmente, viene sostanzialmente sopperita dall’autoformazione degli addetti stessi. Si richiedono corsi, a cadenza almeno trimestrale, gestiti da docenti qualificati, provenienti dalla Scuola Superiore di Economia e finanza. Va garantito il materiale per l’aggiornamento (libri e riviste specializzate) il cui onere grava, attualmente, solo sui lavoratori;
e) i carichi di lavoro, unitamente al livello di responsabilità ed alle carenze di personale, rendono oltremodo penosa l’attività di consulente. La consulenza telefonica viene a tutt’oggi svolta fino al limite massimo di sette ore e mezzo (7.30) ore, 5 ore la mattina, mezzora di pausa pranzo (solo di recente introdotta ) e 2.30 ore il pomeriggio. L’orario di servizio del Call Center fino al limite massimo di sette ore e mezzo (7.30) è assicurato, mattina e pomeriggio non attraverso turni di lavoro,( cosa ottimale e caratteristica di tutte le organizzazioni di strutture che offrono servizi di Call Center ) ma il presidio delle postazioni telefoniche del Numero Verde è garantito, con risorse minimali di lavoratori in attività di rientro finalizzata alla settimana corta, recupero permessi e straordinario. L’organico attuale è sottodimensionato rispetto al numero reale di postazioni telefoniche, 29 operatori per un totale di 37 postazioni. Si ritiene urgente determinare un nuovo contingente di personale che incrementi gli attuali addetti del Front-End e la rivisitazione dell’ organizzazione dell’orario di lavoro, con l’introduzione delle turnazioni, che limiterebbe il tipo d’attività altamente logorante del Servizo di addetto al Call Center. La mancata accettazione di dette proposte vedrà, necessariamente, comportare vertenze locali a difesa della salute dei lavoratori;
f) l’inefficienza e l’inefficacia dell’attuale attività del servizio del Call Center, per inadempienze da parte dell’amministrazione nel prendere decisioni e provvedimenti atti alla soluzione delle problematiche che da tempo affliggono tale struttura, non hanno fatto nient’altro che rendere l’attività di “back office” preponderate, scaricando su tale struttura un aumento notevole di Incident da trattare e riducendo notevolmente il tempo necessario alla formazione ed all’autoformazione. Tale situazione sicuramente nuoce all’efficienza del servizio ed aggrava irrimediabilmente la condizione lavorativa degli addetti all’attività.
g) il numero di risposte telefoniche che il call Center deve assicurare quotidianamente non è stato ancora definito, tuttavia, agli operatori viene ambiguamente richiesto di garantire una risposta all’80% delle domande telefoniche pervenute. La mancanza di un numero massimo di chiamate di riferimento, rende sconcertante la pretesa dell’Amministrazione. Urge aprire una concreta e responsabile discussione sull’effettivo carico di chiamate sopportabile dai lavoratori che salvaguardi la qualità del servizio, la professionalità e le condizioni psico-fisiche degli addetti;
h) la scarsa incentivazione economica, nei confronti dei lavoratori del Servizio d’Assistenza nella sua interezza ( Front e Back-office ) attualmente erogata, avrebbe l’ambizione di risarcire gli operatori della particolare penosita’ dell’attività che sono chiamati a svolgere. L’incentivazione sicuramente non assolve a detto compito e si dimostra economicamente irrisoria se si considerano gli aggravi che bisogna sopportare per ottenerla. In verità gli operatori sottoposti a carichi di lavoro diversi dagli altri uffici, costretti a continuo e faticoso aggiornamento, sottoposti a nocive emissioni elettromagnetiche, a pressione psicologica derivante dal colloquio con il contribuente, sono sicuramente non remunerati adeguatamente. Si richiede che gli attuali e pochi incentivi si trasformino in riconoscimento professionale legato alla specificità dell’attività svolta. Va pertanto rigettata l’attuale impostazione che vede l’incentivazione finanziata dal fondo d’amministrazione con conseguente danno per gli altri colleghi costretti a tirare dalla propria parte la coperta corta. Si chiede pertanto che l’incentivo si trasformi in indennità professionale e stabile voce dello stipendio.
i) visite periodiche di accertamento delle condizioni psico-fisiche. Nonostante l’esposizione dei lavoratori ad attività nociva e logorante, l’amministrazione non si preoccupa di garantire costanti e non superficiali, indagini sanitarie.
Alla luce di quanto esposto l’assemblea dei Lavoratori Autorganizzati del CED di Latina, invita tutti i colleghi del Call Center ad intervenire con proposte o emendamenti alla presente piattaforma. Invita inoltre la RSU di posto di lavoro e i sindacati tutti a farsi promotrice delle rivendicazioni sopra elencate e di quelle che perverranno in conseguenza del dibattito.
L’assemblea degli Autorganizzati infine ritiene ed invita l’RSU ad indire assemblea di tutto il personale del CED di Latina ritenendo che le attuali situazioni di lavoro e di salute, non riguardino solo gli addetti al Call Center.