Ministero dell'Economia e delle Finanze
sabato 29 settembre 2012
martedì 18 settembre 2012
Lo squillo di Marchionne.
Sono stati numerosi i disappunti suscitati dal
nostro comunicato sui turni da 10 ore inaugurati, dal mese di luglio, presso
la fabbrica della Fiat in Serbia.
Soprattutto l'alta dirigenza della nostra amministrazione ha "storto la bocca" circa l'auspicio all'unica delocalizzazione che ci piace; ma tutto questo è comprensibile, considerato lo spirito di fratellanza che li unisce.
Soprattutto l'alta dirigenza della nostra amministrazione ha "storto la bocca" circa l'auspicio all'unica delocalizzazione che ci piace; ma tutto questo è comprensibile, considerato lo spirito di fratellanza che li unisce.
Certo, che se persino una parte della borghesia italiana li
definisce "furbetti cosmopoliti" e che "si tenti di far passare per
fatto normale, un impegno importante preso con il paese, con gli italiani e,
soprattutto, con i lavoratori, un pourparler", allora qualche imbarazzo
l'Ad della Fiat lo ha creato veramente.
Tant'è che, sentite le dichiarazioni di Marchionne, il Ministro per lo Sviluppo Economico Passera ha detto che vuole "capirne le implicazioni".
Dunque, per il Ministro Passera, uno degli amministratori delegati più pagati al mondo, quello che ha ricattato gli operai con "o il lavoro o i diritti" e che ha promesso 20 miliardi di investimento, mentre ne ha effettuato uno solo, dichiarando che degli altri 19 non se ne parla proprio, è stato poco chiaro.
Bisogna capire meglio cosa vuol dire.
Quanto alla Ministra Fornero, poi, questa ha fornito alcune date disponibili per incontrarlo.
"Non ho il potere di convocare l’amministratore delegato di una grande azienda", ha fatto sapere.
Tant'è che, sentite le dichiarazioni di Marchionne, il Ministro per lo Sviluppo Economico Passera ha detto che vuole "capirne le implicazioni".
Dunque, per il Ministro Passera, uno degli amministratori delegati più pagati al mondo, quello che ha ricattato gli operai con "o il lavoro o i diritti" e che ha promesso 20 miliardi di investimento, mentre ne ha effettuato uno solo, dichiarando che degli altri 19 non se ne parla proprio, è stato poco chiaro.
Bisogna capire meglio cosa vuol dire.
Quanto alla Ministra Fornero, poi, questa ha fornito alcune date disponibili per incontrarlo.
"Non ho il potere di convocare l’amministratore delegato di una grande azienda", ha fatto sapere.
Aspetta una sua telefonata,
quindi, che il telefono squilli.
Comunque, anche lei vuole "approfondire con Marchionne cosa ha in mente per i suoi piani di investimento per l’occupazione".
Dinanzi a una simile remissività dei ministri e dello stesso Presidente del Consiglio, e alle difficoltà che denunciano nel comprendere l’Ad della Fiat, c’è da chiedersi se hanno capito, loro, il nocciolo della questione: sono in gioco, entro pochi mesi, decine di migliaia di posti di lavoro.
Se lo capissero veramente, e se non fossero espressione del potere padronale più becero, la telefonata da fare, sarebbe stata di questo tipo: "Dottor Marchionne, il governo considera gravissime le sue dichiarazioni circa le produzioni Fiat in Italia. Pertanto, l'aspettiamo domattina alle 8 precise a Palazzo Chigi. Dovrà spiegarci, con dati e cifre solide, come la sua società intende operare nel prossimo futuro in questo Paese. Il governo non tollererà informazioni ambigue, né generiche espressioni di intenti".
Comunque, anche lei vuole "approfondire con Marchionne cosa ha in mente per i suoi piani di investimento per l’occupazione".
Dinanzi a una simile remissività dei ministri e dello stesso Presidente del Consiglio, e alle difficoltà che denunciano nel comprendere l’Ad della Fiat, c’è da chiedersi se hanno capito, loro, il nocciolo della questione: sono in gioco, entro pochi mesi, decine di migliaia di posti di lavoro.
Se lo capissero veramente, e se non fossero espressione del potere padronale più becero, la telefonata da fare, sarebbe stata di questo tipo: "Dottor Marchionne, il governo considera gravissime le sue dichiarazioni circa le produzioni Fiat in Italia. Pertanto, l'aspettiamo domattina alle 8 precise a Palazzo Chigi. Dovrà spiegarci, con dati e cifre solide, come la sua società intende operare nel prossimo futuro in questo Paese. Il governo non tollererà informazioni ambigue, né generiche espressioni di intenti".
Se fossero,
però!
martedì 11 settembre 2012
Pronto, chi parla?
Ieri,
abbiamo informato i lavoratori sulla convenzione per la telefonia mobile stipulata
tra l’amministrazione e la Telecom Italia
SpA.
E’
stata un’asettica informazione, utilizzando volutamente il condizionale
sull’eventuale fruizione
di tariffe telefoniche vantaggiose per il traffico dei dipendenti del
MEF.
Infatti,
a differenza di altri che non hanno perso tempo a riconoscere l'impegno
dell'amministrazione nel fornire un servizio aggiuntivo ai lavoratori, a
rivendicare paternità e meriti, noi non ci siamo sbilanciati perché siamo
abituati a guardare la luna e non il dito.
Come
titolo, avremmo voluto utilizzare un termine sicuramente più appropriato, più
adatto, ma siamo sempre molto attenti, oltre a quello che scriviamo, anche
all’uso di vocaboli ed espressioni, per così dire poco
eleganti.
Pertanto,
utilizzeremo la parola "furbata"
per descrivere un atto da furbo, un gesto astuto compiuto per lo più a danno di
qualcuno.
L’altro
termine, invece, è senz'altro poco signorile ma certamente più appropriato ad
esprimere chi sa abilmente e con disinvoltura volgere a proprio favore una
situazione, o fare comunque il proprio interesse.
Per
chi è curioso e vorrà scoprire il termine in questione, basterà
cliccare qui.
L’amministrazione,
quindi, stipula una convenzione con
la Telecom
Italia SpA per l’erogazione di un servizio di telefonia mobile
a tariffe agevolate per i propri dipendenti.
Che
bravi, ci viene subito da pensare; finalmente basta con gesti odiosi nei
confronti dei lavoratori, con la spending review, con i blocchi contrattuali,
con l’attacco al diritto alla pensione, con l’incubo della mobilità e del
licenziamento.
E’
l’ora di un atto concreto, utile, a favore dei propri dipendenti che versano in
condizioni miserevoli.
Sarà,
ma la storia e l’analisi delle fasi ci hanno insegnato a diffidare della
magnanimità della controparte, di chi all’improvviso è folgorato sulla via di
Damasco; è vero, la tariffazione del profilo "Tim to power" è conveniente perché
dialogare a 1 cent/min con utenze aderenti al contratto, 5 cent/min verso
numerazioni nazionali mobili Tim fuori del contratto e di altri operatori e 2
cent/min per chiamate verso numerazioni nazionali di rete fissa, il tutto con 0
euro di scatto alla risposta, è indubbiamente
concorrenziale.
Ma
a che prezzo il lavoratore deve pagare questa “convenienza”?
Qual
è il costo effettivo?
Nelle premesse
della convenzione è scritto "che l'Amministrazione,
aderendo alla suindicata proposta, potrebbe usufruire di un ulteriore canale
di diffusione per eventuali comunicazioni massive di servizio” e, all'art. 2, "il
dipendente è tenuto, altresì, quale condizione necessaria per il rilascio della
SIM, ad autorizzare l'Amministrazione all'uso del numero telefonico per
comunicazioni di servizio".
Quindi, l'amministrazione, essendo essa
stessa intestataria delle SIM ricaricabili, le assegna al lavoratore che ne farà
richiesta solo previa autorizzazione, da parte di
quest'ultimo, "all’uso del numero telefonico per
comunicazioni di servizio" che diviene una
conditio sine qua non, una "condizione
necessaria",
indispensabile per il rilascio dell'utenza.
Che
cosa vuol dire?
Semplice, s’intende che i lavoratori che aderiranno a
questa convenzione saranno permanentemente
reperibili, il tutto a costo zero per
l'amministrazione.
Infatti,
l’amministrazione, salvo una generica asserzione sulla propria competenza circa
le modalità di adesione, glissa su tutto il resto.
Ma
anche se dovesse delineare, con successive circolari, i confini nei quali far
rientrare le cosiddette "eventuali comunicazioni massive di
servizio", questo
non cambierebbe di una virgola il
contenuto.
E
così, da una parte ci sono lavoratori reperibili,
contrattualmente regolamentati, in servizio presso specifici uffici che sono
giustamente remunerati per tale particolare posizione lavorativa (17,35 euro
lordi per periodi di durata non superiori alle 12 ore – ipotesi di accordo siglato il 31.7.2012); a
questi, l’amministrazione fornisce l’apparecchiatura telefonica oltre che il
costo del traffico (ad
altri, pur non rientrando nella sfera dell’indennità di reperibilità,
l'amministrazione fornisce ugualmente il telefono e il solo costo del flusso
delle chiamate per servizio).
Dall’altra
parte, con quest’operazione da manuale, si mettono tutti gli altri in
reperibilità permanente, e a costo zero per l'amministrazione; è chiaro, nessun
atto d'imperio o vessatorio, ma volontariamente, su richiesta esplicita dello
stesso lavoratore.
Insomma, l’amo
è stato gettato e tanti pesci sono pronti ad
abboccare.
Anzi,
il paradosso è che sarà lo stesso lavoratore che, per poter utilizzare il
profilo tariffario conveniente, si pagherà la propria reperibilità permanente,
la propria messa a disposizione h24, mediante il meccanismo della
ricarica.
Quindi,
anziché farsi pagare dall'amministrazione la reperibilità, l'apparecchio e il
traffico telefonico, saranno i lavoratori stessi a pagarseli offrendo la
propria rintracciabilità "gratis"!
Infine,
oltre ad esprimere forti dubbi sul benefit proposto, ci poniamo anche altri
inquietanti interrogativi su un eventuale e indebito controllo di massa cui i
lavoratori, inconsapevolmente, potranno cadere.
Mania
di persecuzione, pura paranoia, la nostra?
Non
crediamo; la storia recente e passata ne è
testimone.
Telefonia mobile: convenzione MEF/Telecom Italia SpA.
Cliccando su questo link, potete scaricare la convenzione per il servizio di telefonia mobile
stipulato tra la nostra amministrazione e la Telecom Italia
SpA.
La
predetta convenzione, mediante l'offerta denominata "profilo Tim to power",
dovrebbe consentire la fruizione di tariffe telefoniche vantaggiose per il
traffico dei dipendenti del MEF.
domenica 9 settembre 2012
FUA 2011 e DM di riorganizzazione MEF
L'ufficio relazioni
sindacali ha comunicato alle OO.SS. l'esito positivo della procedura prevista
dall'art. 40 bis del D.Lgs. 165/2001 sull'ipotesi di accordo del 20 giugno 2012
inerente la definizione dei criteri e delle procedure per l'erogazione, alle
aree professionali, delle risorse di cui al Fondo Unico di Amministrazione anno
2011.
Pertanto,
da venerdì 7 settembre, è possibile procedere alla sottoscrizione definitiva del
menzionato accordo, atto, questo, propedeutico per l'erogazione delle somme ai
lavoratori.
Auspichiamo,
quindi, che questo ennesimo passaggio formale venga espletato nel minor tempo
possibile in considerazione sia dell'inesistenza di relazioni sindacali che del
ruolo che da tempo le organizzazioni sindacali svolgono e, cioè, quello
di semplici ratificatori di scelte e di atti unilaterali predisposti
dall'amministrazione.
Sono già passati 9
mesi, di conseguenza, speriamo che "il bambino nasca" al più presto poiché i
lavoratori hanno bisogno di salario!
Nel supplemento
ordinario n. 179 alla Gazzetta Ufficiale n. 205 del 3 settembre 2012, è stato
pubblicato il Decreto 5 luglio 2012
"Individuazione e attribuzioni degli Uffici di livello dirigenziale non generale
dei Dipartimenti" del Ministero dell'Economia e delle
Finanze.
Ricordiamo ai
lavoratori che il Decreto
Legge 27 giugno 2012 n. 87 è decaduto per mancata conversione ma le sue
disposizioni sono confluite nella legge di
conversione 7 agosto 2012 n. 135 del Decreto
Legge 6 luglio 2012 n. 95 (la c.d. stalking review).
Tutta la
documentazione menzionata è a disposizione dei lavoratori cliccando
semplicemente sui link ipertestuali.
martedì 4 settembre 2012
La diamo a tutti.
Internet
Superveloce direttamente a casa tua. Scopri i servizi e la nostra copertura.
L’ADSL
DOVE NON C’E’.
Questa
è la presentazione di una società che opera nel settore delle
Telecomunicazioni.
Offre
servizi di Information Tecnology; è impegnata nello sviluppo di tecnologie
Internet con una serie di notevoli investimenti, raggiungendo un know how
invidiabile a livello nazionale ed europeo.
Il
suo scopo è fornire l’assistenza e la guida a chi desidera conoscere e sfruttare
al meglio le potenzialità di uno strumento innovativo e sempre dinamico:
internet.
La
sua ultima campagna pubblicitaria che ha adottato è questa:
Spontaneamente
ci verrebbe da dire che “ve la potete tenere” voi la vostra ADSL; ma
sembrerebbe, in questo modo, ricalcare i sessismi di chi snobba una donna in
pubblicità per un puro perbenismo borghese.
Ma,
d’altronde, uno slogan così è fatto per scatenare proprio la gara dei doppi
sensi e gira che ti rigira, a essere stigmatizzata è comunque sempre la donna,
la sua sessualità che, in questo caso, si presume particolarmente
generosa.
Diciamo,
quindi, che i nostri pochi soldi a chi specula sulle donne e imprime altri
pregiudizi e stereotipi sessisti, laddove ne esistono già a bizzeffe, non li
diamo.
Purtroppo
siamo abituati a vedere il corpo femminile usato come strumento per vendere o
diventare esso stesso oggetto in vendita; basta pensare alla pubblicità
sessista dello scorso anno di una nota marca di automobili, infarcita di
immagini di parti di corpo femminili, di donne che s'inginocchiano e si
strusciano come anguille su corpi maschili, il tutto dominato dal seguente
testo: guardami,
toccami, accarezzami, sussurami, prendimi, scuotimi, incitami, venerami,
esaltami, sentimi, proteggimi, criticami, lasciami, amami, rilassati,....io sono
Giulietta, prima di parlare di me, provami!
Per
non parlare, poi, di quella relativa ad una società che installa pannelli
fotovoltaici che ha pensato bene di raffigurare una donna nuda esponendola come
merce prona su un pannello solare (altra merce) corredata con la scritta
"Montami, a costo zero" (il termine "monta" si usa per indicare
l'accoppiamento tra animali); o di una famosa gioielleria dove la campagna di un
brand era basata sull'immagine di una ragazza in bikini in varie pose con la
scritta "E tu dove glielo metteresti?".
Tralasciamo,
per motivi di brevità, la raffigurazione del modello di donna che una certa
televisione, da oltre vent'anni, ci propina come cultura dominante e di
riferimento.
Sembra
tutto scontato, tutto ovvio, ormai nel senso comune delle cose; anzi, chi ancora
evidenzia e denuncia l’uso del corpo femminile e la penosa condizione della
donna è tacciato di ipocrisia, di vecchiume, in costante disagio con i tempi.
Invece,
a noi tutto questo fa semplicemente schifo.
Ci
fa schifo la mercificazione perché è una forma di deumanizzazione che riduce la
donna a oggetto, merce, strumento del volere e del piacere altrui, negandole la
possibilità di realizzarsi come persona capace di decidere e agire in modo
responsabile e autonomo.
Perché
la mercificazione delle donne contribuisce al mantenimento dell’ineguaglianza
tra i generi e alla diffusione di atteggiamenti e comportamenti
sessisti.
Ci
fa schifo perché l’esposizione a immagini che oggettivano le donne influenza i
giudizi sulle donne in generale ed esalta la tolleranza agli stereotipi di
genere, del mito dello stupro (il credere che le donne lo provochino con il loro
comportamento, che non aspettano altro), delle molestie sessuali, della violenza
interpersonale.
Comunque, di
una cosa siamo certi: che chi vende, come in questo caso, banda larga la potrà
dare veramente a tutti mentre una donna sceglie ed è proprio per questo che
sempre più spesso è stuprata, seviziata e uccisa da chi non accetta che le donne
possano decidere di
scegliere.
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