Dieci  anni che ci sono costati cari.
Da  gennaio 2002  a  gennaio 2012 la perdita del potere d'acquisto per il  ceto medio è stata del 39,7% e, in 10 anni, i prezzi sono aumentati del 53%  (fonte Casper-Assoconsumatori) e una famiglia di 4 persone ha subito una  stangata, per aumenti, rincari delle tariffe, manovre economiche, caro-affitti,  caro-carburanti, di oltre 11.000 euro (fonte  Codacons).
A  fronte di tutto questo, gli stipendi sono rimasti invariati, portando l'Italia  al 23º posto nella classifica degli stipendi annuali dei paesi europei (fonte  Ocse).
Secondo  i dati resi noti da Eurostat il 23% della popolazione dell’Ue è “a rischio di  povertà o di esclusione sociale”. Più concretamente, questo significa che 115  milioni di persone sono esposte ad almeno uno dei seguenti fattori: rischio di  povertà, deprivazione materiale grave.
I  dati Eurostat affermano, inoltre, che sono 14,7 milioni gli italiani a rischio  di povertà o esclusione sociale. Il dato riguarda il 2010 e in percentuale  rappresenta il 24,5% della popolazione del nostro paese. Il 6,9% della  popolazione è ''in condizioni di severe privazioni  materiali''.
In  Europa, la ricchezza continua a essere distribuita irregolarmente fra gli Stati  membri e i suoi cittadini, e che la povertà stimata sulla base dei redditi  inferiori ai due dollari il giorno colpisca il 21% della popolazione, mentre il  5% soffre a causa dell’insicurezza alimentare.
Dall’Eurostat  si evince che il 16% della popolazione europea vive in condizioni  miserevoli.
Per  le famiglie italiane, quindi, il passaggio dalla lira all’euro è stato un  salasso, un pauroso arretramento sociale.
E  mentre si festeggia il decennale dell’euro, i padroni del mondo continuano a  imporre le loro politiche, abbattendo ogni regola per capitali e merci,  innalzando barriere contro la libera circolazione degli esseri umani,  incrementando i propri profitti e impoverendo sempre più la stragrande  maggioranza dell’umanità.
La  mercificazione e la ricerca del profitto investono ormai tutta l’umanità, la  natura, il cibo, l’aria e l’acqua, le idee, i sentimenti: esse sono la causa  basilare della miseria dei tre quarti del mondo, della distruzione ambientale,  dell’avvelenamento del cibo, dell’insicurezza  globale.
Vogliamo  un diverso modello sociale ed economico in Italia e in Europa, fondato sul  pubblico, sull’ambiente e sui beni comuni, per riconvertire il sistema  industriale con tecnologie e innovazione, per la pace e contro la guerra, per lo  sviluppo della ricerca sostenendo scuola pubblica e università, per garantire il  diritto a sanità, servizi sociali e reddito per tutti, lavoro dignitoso, libertà  e democrazia.





