Con
un scarno focus pubblicato sull’intranetMEF (https://intranet.mef.gov.it/focus/focus_0072.html
), l’amministrazione ha reso noto che dall’anno in corso il sistema NoiPA non
erogherà più il servizio di assistenza fiscale diretta.
Tale
decisione è stata assunta poiché proprio da quest’anno, l’Agenzia delle Entrate
ha attivato, in via sperimentale, la dichiarazione dei redditi precompilata per
i lavoratori dipendenti e pensionati; pertanto, per evitare la duplicazione dei
servizi offerti tramite il self service 730web, ha deciso la sospensione di
questa attività.
Anzi,
a rafforzare tale scelta, la stessa amministrazione afferma che da verifiche
tecniche effettuate sulle modalità di erogazione del servizio, la compilazione
del modello 730 in modalità self-service tramite il portale NoiPA non garantisce
benefici ulteriori rispetto al modello precompilato dell’Agenzie delle
Entrate.
A
questo punto, occorre intenderci sulla parola “benefici”; cioè, se s’intende il
maschile plurale dell’aggettivo benèfico oppure il plurale del
sostantivo beneficio, quello con la pronuncia piana, per
capirci.
In
realtà, noi siamo convinti che l’amministrazione faccia riferimento al
sostantivo plurale, cioè quello che ha, come significato, “utilità, giovamento,
sollievo, favore, vantaggio”.
Ma
se il servizio della compilazione del modello 730 in modalità self-service
tramite il portale NoiPA “non garantisce benefici ulteriori (per chi? per gli
amministrati/utenti o per l’amministrazione?) rispetto al modello precompilato
dell’Agenzie delle Entrate”, vuol dire che, quanto meno, non è sottostimato, non
genera svantaggi, pregiudizi, ma ha le stesse potenzialità di quello
precompilato.
Insomma,
non garantisce benefici ulteriori, ma continua ugualmente a garantirne.
Ma,
allora, perché sospenderlo?
Per
evitare un semplice duplicato, ci risponderebbero.
Quindi,
se è un duplicato, vuol dire che è identico.
A
questo punto, però, qualcosa non quadra.
Una
semplice forma di argomentazione logica, ha bisogno di premesse per giungere ad
una conclusione credibile.
Per
l’amministrazione, l’introduzione della dichiarazione dei redditi precompilata,
rafforzata dalla mancanza di benefici ulteriori nel confronto con il 730web,
giustifica l’eliminazione di una semplice duplicazione; per noi, invece, la
conclusione non può essere che un’altra.
Questa
scelta (l’eliminazione di un duplicato), crea un danno rilevante non solo per
gli amministrati e per gli utenti, ma per gli stessi lavoratori del MEF, per le
loro tasche ormai sempre più vuote.
Il
comma 2 dell’art. 51 della Legge 288/2000, cioè la Finanziaria 2001, dispone,
infatti, che “i risparmi conseguiti in relazione all'espletamento del
servizio di assistenza fiscale ai dipendenti delle Amministrazioni statali,
accertati in sede di assestamento del bilancio dello Stato, affluiscono ai fondi
destinati all'incentivazione del personale”.
Nello
scorso Fondo Unico di Amministrazione (FUA) relativo all'anno 2013, queste
risorse furono quantificate in 478.304,48, di cui 440.040,12 euro (92%) per le
aree professionali e 38.264,36 (8%) al fondo dell’area della dirigenza; nello
specifico, mediante l’accordo nazionale siglato il 24 giugno 2014 tra la parte
pubblica e quella sindacale, il 37% della somma della somma destinata all’aree
professionali (162.814,84 euro) fu destinata ad alimentare i fondi di sede degli
uffici che erano coinvolti in tale servizio e il restante 63% (277.225,28 euro)
ad alimentare il Fondo Unico di Amministrazione.
Nel
2012, la somma per il servizio di assistenza fiscale ammontò a 497.473,07
(457.675,22 euro, il 92%, alle aree professionali – 39.797,85 euro, l’8%,
all’area separata della dirigenza).
Nel
2011, 623.120,88 euro (573.271,21 euro, il 92%, alle aree professionali –
49.849,67 euro, l’8%, all’area separata della dirigenza).
Quindi,
il futuro FUA, sarà “alleggerito” di circa mezzo milione di euro, evidentemente
dirottato verso altri lidi; tutto questo, ovviamente, non cancella la critica,
più volte reiterata, mossa in merito ai criteri di erogazione e di
individuazione dei destinatari della quota dei coinvolti nel servizio, da tempo
oggetto di una sacca clientelare e solo ultimamente affievolita da farseschi
interpelli, ormai tanto di moda nella new @governance
dell’amministrazione.
Chi
associa tali critiche, poi, al provvedimento di sospensione, sottintendendo una
forma giustificativa della decisione presa, è uno squallido sciacallo perché, in
realtà, con i suoi CAF, ormai vere aziende a scopo lucrativo, avrà solo che da
guadagnarci.
Insomma,
l’eliminazione del duplicato costerà parecchio ai lavoratori sia nell’aumento
della difficoltà di interazione nel rapporto utente/amministrazione (obiettivo
di una vera amministrazione digitale), sia in termini
economici.
In
realtà, questa decisione non è altro che un ulteriore ostile attacco alle
condizioni di vita dei lavoratori, messo in atto da una amministrazione ormai
braccio esecutivo delle politiche d’austerity governative.
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